Inflazione eurozona sotto attese ma tagli tassi Bce esclusi ad aprile
L’inflazione dell’eurozona rallenta più delle attese a marzo, con l’indice complessivo al 2,4% e il dato core al 2,9%. Un segnale incoraggiante nell’ottica di un ritorno della crescita dei prezzi verso il target del 2%, ma per i tagli dei tassi da parte della Bce bisognerà comunque attendere giugno.
Inflazione eurozona al 2,4%, dato core al 2,9%
Secondo la lettura preliminare di marzo, l’indice dei prezzi al consumo dell’eurozona ha registrato una crescita su base annua del 2,4%, in miglioramento rispetto al 2,6% di febbraio e al di sotto del 2,5% previsto dagli analisti.
Il dato core, che esclude le componenti più volatili (prezzi alimentari ed energetici) mostra una diminuzione dal 3,1% al 2,9%, a fronte del 3,0% stimato.
Su base mensile, emerge una crescita dello 0,8%, contro lo 0,9% del consensus e lo 0,6% di febbraio.
Da inflazione segnali positivi per membri “dovish” Bce
Come sottolineato da Bert Colijn, Senior Economist per l’eurozona presso ING, la Pasqua anticipata implica solitamente un aumento dell’inflazione, ma questo non è emerso dai dati odierni.
“I dati mensili destagionalizzati mostrano un calo sia per i beni che per i servizi, il che è un segnale molto positivo. Sebbene l’inflazione dei servizi sia troppo elevata per essere confortante, la lettura di oggi darà sollievo alle colombe della Bce.”
Questo, insieme ai sondaggi recenti sulle aspettative, dovrebbe agevolare le prospettive di inflazione per i prossimi mesi.
Disoccupazione zona euro ai minimi storici
Per contro, il mercato del lavoro resta solido, con un tasso di disoccupazione (pubblicato anch’esso oggi) sui minimi storici (dal 1999) al 6,5%. Per Colijn “la crescita dei salari ha iniziato cautamente a rallentare, ma rimane elevata” e un mercato del lavoro teso potrebbe remare contro la discesa delle pressioni sui salari.
“D’altra parte, date le previsioni di un’inflazione in calo al 2% l’anno prossimo e all’1,9% nel 2026, è improbabile che il mercato del lavoro possa ritardare di molto i tagli dei tassi. Riteniamo che un mercato del lavoro costantemente teso possa limitare l’entità delle riduzioni, che la Bce effettuerà in ogni caso. Per quest’anno prevediamo uno 0,75% totale”.
Bce resta su taglio tassi a giugno
Nonostante i segnali confortanti di oggi, è improbabile che la Bce possa tagliare i tassi nella riunione di giovedì prossimo (11 aprile).
“Ulteriori dati sulla crescita salariale saranno disponibili a maggio e la Bce deve essere certa del suo percorso”, afferma l’esperto di ING, ricordando le parole della presidente Lagarde: “ne sapremo un po’ di più ad aprile, ma ne sapremo molto di più a giugno”.
Inoltre, l’economia non è in recessione e la disoccupazione è ai minimi storici, uno scenario non abbastanza avverso per costringere la Bce ad affrettare la riduzione del costo del denaro.