Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Inflazione euro attesa al varco dalla Bce. Incognita tassi

Inflazione euro attesa al varco dalla Bce. Incognita tassi

25 Settembre 2023 14:13

Grande attesa per il dato sull’inflazione dell’area euro, che sarà pubblicato nella giornata di venerdì, 29 settembre, dall’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea.

L’indicatore darà ai mercati nuove informazioni, e forse speranze, sulla possibilità che la Bce di Christine Lagarde sotterri l’ascia di guerra contro la fiammata dei prezzi nell’Eurozona e, magari, abbassi finalmente i tassi.

Inflazione Eurozona, scatta il countdown: l’outlook degli economisti

Saranno, di fatto, proprio i numeri relativi all’inflazione a stabilire per quanto tempo i tassi dell’area euro rimarranno ancora alti ai livelli attuali: va ricordato che, dopo l’ultima stretta monetaria annunciata il 14 settembre scorso, i tassi sui depositi si attestano al 4%.

“Higher for longer” è la nuova paura degli investitori, che ritengono che difficilmente le banche centrali, in una situazione in cui la crescita dell’inflazione morde ancora, inizieranno a sforbiciare il costo del denaro.

C’è anche chi, come Mr Doom Nouriel Roubini, consiglia alla Bce e alla Bank of England di continuare ad alzare i tassi.

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I mercati, dal canto loro, stanno già scommettendo su un primo taglio dei tassi, in Eurozona, nella riunione di luglio del 2024.

Una nuova fase della Bce è, in ogni caso, sicuramente in atto.

E’ altamente probabile, infatti, che la Bce di Christine Lagarde annuncerà finalmente un nulla di fatto, nel corso delle prossime riunioni del Consiglio direttivo.

Crescita prezzi: si prevede forte dietrofront a settembre. Il commento

Il modello Nowcast di Bloomberg Economics stima un forte indebolimento delle pressioni inflazionistiche, in questo mese di settembre che si avvia a conclusione.

L’outlook è di un ritmo di crescita dell’inflazione (misurata dall’indice dei prezzi al consumo CPI), pari a +4,6% dopo il +5,2% di agosto.

L’indice CPI core – a cui gli investitori continuano a prestare più attenzione, soprattutto alla luce dei recenti balzi dei prezzi del petrolio–  è atteso invece in rialzo del 4,9% su base annua.

Il modello NowCast di Bloomberg prevede trend differenti tra un paese e l’altro dell’Eurozona: se per la Germania è atteso un rallentamento molto significativo, per la Francia e la Spagna si prevede un’accelerazione dell’inflazione.

In Italia, la crescita dei prezzi dovrebbe essere rimasta invece stabile, attorno al 5,5%.

“La buona notizia è che, per la prima volta nel 2023, sia l’inflazione headline che quella core dovrebbero aver riportato a settembre un rialzo inferiore alla soglia del 5%, smorzando dunque l’ansia della Bce e blindando così la possibilità che i tassi di interesse abbiano toccato il picco nell’area”, ha commentato Maeva Cousin, economista senior di Bloomberg Economics.

Il consensus degli economisti intravede un rallentamento simile a quello atteso da Bloomberg, per l’inflazione di settembre, per la precisione un indice CPI in rialzo del 4,5% e un +4,8% per l’indice core.

In generale, gli analisti sono concordi nell’anticipare un dietrofront più forte e anche più rapido delle pressioni inflazionistiche dell’area euro.

Così si legge nella nota odierna di Mps:

“La scorsa settimana si è chiusa con conferme sul fronte delle banche centrali (dalla ‘pausa aggressiva’ della Fed, all’accomodamento della BoJ) in un contesto di indici PMI misti. Questa settimana, l’attenzione sarà rivolta all’inflazione dell’Eurozona (venerdì), attesa in deciso rallentamento sia nella componente principale (al 4,4% per il mercato swap, dal precedente 5,2%) che in quella base (al 4,8% dal 5,3%). Valori non distanti da quelli attesi, rafforzerebbero l’idea della fine del ciclo di rialzi della Bce”.