Bank of England: tassi fermi al 5,25% post inflazione. Sterlina giù
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E alla fine, nel Super Thursday delle banche centrali, è arrivato anche l’annuncio sui tassi firmato Bank of England (BoE), il giorno dopo la decisione comunicata dalla Fed di Jerome Powell e a una settimana dal Bce-Day.
La banca centrale del Regno Unito guidata dal governatore Andrew Bailey ha annunciato di aver confermato i tassi principali di riferimento UK al 5,25%.
Ieri la Fed ha confermato anch’essa i tassi sui fed funds Usa, che sono rimasti così invariati al range compreso tra il 5,25% e il 5,5%, record degli ultimi 22 anni.
Da Bank of England nulla di fatto sui tassi dopo sorpresa inflazione
E’ la prima volta dal 2021 che la riunione della Commissione di politica monetaria della Bank of England annuncia un nulla di fatto sui tassi.
La decisione segue il calo a sorpresa della crescita dell’inflazione del Regno Unito, reso noto alla vigilia.
Già nella giornata di ieri, dopo la pubblicazione del dato relativo all’inflazione, i mercati avevano iniziato a ritirare in modo concitato le speculazioni su una nuova stretta da parte della BoE.
Dall’indice dei prezzi al consumo di agosto comunicato ieri è emersa infatti la forte decelerazione della crescita dell’inflazione nel Regno Unito, salita il mese scorso al ritmo annuale del 6,7%, rispetto al ritmo del 6,8% di luglio e contro lo scatto del 7% su base annua che era stato previsto dal consensus degli economisti.
Di conseguenza, subito dopo la diffusione del CPI, le scommesse su una nuova stretta monetaria nella giornata di oggi da parte della Bank of England riflesse nei contratti swap si erano ridotte in modo notevole, rispetto a quell’80% di chance che i mercati avevano prezzato fino a poco prima la pubblicazione del dato.
Le scommesse su un nulla di fatto sui tassi da parte della BoE erano salite invece in modo drastico, dal 20% precedente il dato fino a oltre il 57%.
Nella mattinata di oggi, le probabilità si erano fatte più bilanciate, al punto che le scommesse hawkish erano tornate ad avere la meglio su quelle di tassi fermi, con un rapporto 60 a 40.
Tassi UK, il comunicato della Bank of England
Così si legge nel comunicato della Bank of England:
“Nel meeting terminato il 20 settembre del 2023, la Commissione di politica monetaria della Bank of England (MPC) ha votato con una maggioranza di 5 a 4 per mantenere il tasso di riferimento fermo al 5,25%. Quattro esponenti avrebbero preferito alzare i tassi di 25 punti base, al 5,5%. La Commissione ha votato inoltre all’unanimità per ridurre quegli acquisti di debito governativo UK per finalità di politica monetaria, finanziati dall’emissione delle riserve della banca centrale, di 100 miliardi di sterline nel corso dei prossimi 12 mesi, a un totale di £658 miliardi”.
La BoE ha reso noto anche che, sulla base delle proiezioni di politica monetaria di agosto, che tengono conto di un trend dei tassi inferiore in media al 5,5% per un arco temporale di tre anni, l’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo CPI dovrebbe tornare al target del 2% entro il secondo trimestre del 2025.
Ancora, la banca centrale ha detto di prevedere una crescita dell’inflazione a un ritmo più basso del target, nel medio termine, in quanto la maggiore debolezza dell’economia, unita al calo delle pressioni sui costi dovute a fattori esterni, dovrebbe ridurre le pressioni inflazionistiche.
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A portare la Bank of England a confermare i tassi del Regno Unito, è stata soprattutto la componente core del tasso di inflazione, ovvero quella che esclude i prezzi più volatili di alcuni beni come energia, tabacco, alcol e alimentari.
Il CPI core, emerso dai numeri diffusi ieri, è salito infatti su base annua ad agosto al ritmo pari a +6,2%, in forte ribasso rispetto al +6,9% di luglio.
Notevole l’indebolimento della crescita dei prezzi dei servizi, pari a +6,8% rispetto al +7,4% di luglio.
L’annuncio della Bank of England di oggi ha messo ulteriormente sotto pressione la sterlina, già oggetto stamattina di smobilizzi.
Dopo l’annuncio, la valuta UK ha bucato anche la soglia di $1,23 nei confronti del dollaro. D’altronde, dal comunicato della BoE emerge che “l’inflazione CPI dovrebbe scendere in modo significativo nel breve termine, riflettendo i prezzi energetici più deboli su base annua, nonostante le rinnovate pressioni al rialzo sui prezzi del petrolio”. La BoE stima anche “ulteriori cali dell’inflazione misurata dai prezzi dei beni alimentari”. D’altro canto, le previsioni sono anche di prezzi dei servizi attesi “elevati nel breve termine, con il potenziale di una volatilità su base mensile”.
Andrew Bailey, governatore della banca centrale del Regno Unito, è stato però chiaro nella conferenza stampa seguita all’annuncio sui tassi, sul fatto che “non c’è spazio per una compiacenza sui tassi”.
“L’inflazione sta scendendo, e noi crediamo che quest’anno scenderà ancora. E questa è una buona notizia – ha detto Bailey – I nostri precedenti rialzi (dei tassi) stanno funzionando”.
Detto questo, la Bank of England manterrà “i tassi alti per un periodo sufficientemente lungo”, al fine di riportare l’inflazione al target del 2%.
“Che sia chiaro. L’inflazione è ancora a un livello a cui non dovrebbe essere, e non c’è assolutamente spazio per la compiacenza. Guarderemo attentamente per valutare se ci sarà bisogno di altri rialzi. Faremo quanto necessario per riportare alla normalità l’inflazione”.
Intanto, la sterlina continua a puntare verso il basso. Il rapporto EUR-GBP è in rialzo di oltre lo 0,40%, a 0,8672, mentre il cambio USD-GBP arretra dello 0,70% a quota $1,2257.