Notizie Notizie Mondo Trimestrali USA In arrivo gli utili di Nvidia, daranno il polso su AI. C’è una incognita che pesa

In arrivo gli utili di Nvidia, daranno il polso su AI. C’è una incognita che pesa

28 Maggio 2025 11:06

L’evento più atteso del giorno e di tutto questo inizio anno a Wall Street avverrà dopo la fine delle contrattazioni, quando il gigante dei microchip Nvidia pubblicherà i suoi risultati del primo trimestre.

I dati e le dichiarazioni dell’azienda guidata da Jensen Wang, che gli analisti prevedono essere molto positivi, verranno studiati attentamente per determinare lo stato di salute del settore dell’intelligenza artificialie per il quale i chip di invidia sono infrastruttura fondamentale.

Stime Bloomberg: giro d’affari in aumento, oltre i 43 mld di dollari

Secondo il consensus di Bloomberg gli utili dovrebbero essere pari a 0,80 dollari per azione, su un giro d’affari complessivo di 43,3 miliardi di dollari. Nello stesso periodo dell’anno scorso la società aveva riportato utili pari 0,61 dollari per azione e un fatturato di 26 miliardi di dollari.

Secondo David Pascucci di XTB “ci si aspettano grandi risultati e numeri in miglioramento“, ma “la più grande incognita rimane la reazione del mercato, quest’ultima solitamente non correlata al risultato finale della trimestrale.”

Gli operatori di Wall Street cercheranno di interpretare i risultati di Nvidia per rispondere a due quesiti fondamentali: se l’attuale, enorme, mole di investimenti in AI sia sostenibile e quanto peserà l’impatto della politica di restrizioni all’export verso la Cina, cominciata con l’amministrazione Biden ed amplificata da quella di Donald Trump.

Proprio queste domande irrisolte hanno contribuito ad una notevole fluttuazione del prezzo del titolo Nvidia durante l’anno.

Il nodo dell’export con Pechino dopo il divieto di esportare chip H20

Nel primo trimestre Nvidia ha già dovuto annunciare una svalutazione di 5,5 miliardi di dollari dovuta al divieto imposto dal governo americano di esportare i chip H20 verso la Cina.
Nvidia aveva progettato i chip H20 con l’obbiettivo specifico di aderire alle linee guida della cosiddetta “AI diffusion rule” introdotta dal governo Biden – ora messa in pausa da Trump – che imponeva di esportare verso la Cina solo chip di potenza ridotta. Ma l’esplosivo successo di DeepSeek, un modello di AI realizzato da una startup cinese in grado di raggiungere benchmark paragonabili a quelli di ChatGPT e di altri leader globali del settore, ha dimostrato come sia possibile raggiungere performance di massimo livello anche con microchip non di primissima fascia. Come risultato, in aprile l’amministrazione Trump ha imposto il divieto di esportazione degli H20 verso Pechino.
Gli analisti prevedono comunque che il fatturato di Nvidia in Cina sarà di 6,2 miliardi di dollari, un rialzo del 150% rispetto ai 2.4 miliardi di dollari dello scorso anno.

Gli Usa e gli altri mercati, domanda di chip Blackwell in aumento

Negli Stati Uniti il giro d’affari dovrebbe ammontare a 21,6 miliardi di dollari. La domanda di microchip per AI nel mondo è particolarmente vorace. Le vendite dei nuovi sistemi Blackwell, la gamma di fascia più alta di Nvidia dovrebbero in parte bilanciare la riduzione dell’export con la Cina.
Secondo Joseph Moore di Morgan Stanley, tuttavia, “semplicemente non c’è compensazione”. “La domanda di Blackwell è molto forte”, ha detto, “ma le perdite di H20 non si traducono in maggiori vendite di Blackwell”.
Tuttavia la situazione è ancora fluida, specialmente perché dall’amministrazione Trump arrivano spesso segnali contrastanti. L’ “AI diffusion rule” verrà probabilmente eliminata e due settimane fa, durante un viaggio tra le monarchie del golfo Persico, Trump ha annunciato grandi piani di investimenti con quei paesi, che includono la creazione di hub per l’AI. Questa notizia ha fatto tornare a crescere il titolo Nvidia, che vale oggi 135,50 dollari, un rialzo dell’1% rispetto a inizio anno.

Analisti: non basta battere le attese, Nvidia deve convincere. Grandi opportunità in Medio Oriente

Strategia che non è passata inosservata da Wedbush, secondo cui questi nuovi progetti di spesa governativa in AI da parte di Arabia Saudita ed Emirati Arabi “potrebbero contribuire a riempire il vuoto lasciato dall’incertezza di breve termine con la Cina”. “Crediamo che l’opportunità di mercato in Arabia Saudita ed Emirati Arabi possa nel tempo aggiungere altri 1000 miliardi di dollari al mercato globale dell’AI nei prossimi anni e questa dinamica non abbia ancora un prezzo nel mercato”, si legge in una nota.

Gli analisti di Wedbush sono ansiosi di sentire le parole del ceo di Nvidia Jensen Wang, il “padrino dell’AI”, in merito “a questa nuova traiettoria di domanda dal Medio Oriente e cosa questo potrà fare per il futuro e la crescita di questa ‘rivoluzione AI'”. Senza dimenticare come “la grande questione sarà il tipo di impatto che il problema Trump H20/Cina avrà nella domanda globale di Nvidia e nel suo outlook”, si legge nella nota.

Per Gabriel Debach, market analyst di eToro rispetto agli ultimi anni “il mercato ha cambiato metro di giudizio. Nel 2023 bastava battere le attese. Nel 2025 serve di più: una guidance straordinaria, margini stabili, e la conferma che la domanda AI non sta rallentando.”

Tutti i nuovi fattori incidono: la strategia del governo americano, la concorrenza low-cost cinese, le fluttuazioni degli ultimi trimestri. “Nvidia non deve solo battere le attese. Deve convincere. Margini, domanda, guidance, resilienza geopolitica. Tutto sarà soppesato. E in un contesto dove l’asticella è altissima, anche un’ottima trimestrale potrebbe non bastare.”