I verbali della Fed deludono i mercati
I mercati scommettono sul primo taglio dei tassi Fed di 25 pb già a marzo, nonostante le poche indicazioni dai verbali dell’ultima riunione di dicembre. Le Minute della Fed, pubblicate ieri, evidenziano che la banca centrale americana ha definitivamente terminato la stretta sui tassi, ma non hanno rivelato una forward guidance concreta sul timing della nuova fase dei tagli dei tassi. L’assenza di questo dettaglio ha scombussolato ulteriormente i mercati, già sottotono da inizio anno. L’indice principale lo S&P 500 ha chiuso in calo dello 0,8% a 4.704 punti, l’indice tecnologico il Nasdaq Composite ha ceduto l’1% attestandosi sulla soglia dei 16.368 punti. Mentre l’indice industriale il Dow Jones, proprio quello che ha aggiornato i massimi più volte a dicembre ha chiuso con un calo più moderato dello 0,7%.
Verbali Fed, incertezza sui tassi
Su una cosa l’intero board di membri votanti della Fed è d’accordo, ovvero il fatto che i tassi di interesse sarebbero stati eventualmente abbassati prima della fine del 2024. Le minute del meeting di 12-13 dicembre, hanno sottolineato l’accresciuta incertezza su come affrontare la prossima fase di politica monetaria dopo l’aggressiva campagna di rialzo dei tassi messa in atto nel 2022 e 2023 per raffreddare l’inflazione.
Alcuni membri del FOMC hanno manifestato il proprio dissenso nel lasciare i tassi troppo alti per troppo tempo. I verbali hanno evidenziato “i rischi al ribasso per l’economia che sarebbero associati a un atteggiamento eccessivamente restrittivo”, si legge nel documento. Inoltre, hanno segnalato il rischio che un rallentamento del mercato del lavoro possa “passare rapidamente da un graduale allentamento a un più brusco cambiamento delle condizioni”.
Allo stesso tempo, secondo altri funzionari della banca centrale americana “le circostanze potrebbero giustificare il mantenimento del tasso principale al suo valore attuale più a lungo di quanto attualmente previsto”, secondo i verbali. Ciò potrebbe essere necessario se l’inflazione si stabilizzasse troppo al di sopra dell’obiettivo del 2% della Fed, ha affermato il presidente della Fed di Richmond Tom Barkin in un discorso ieri.
Le future mosse di Powell
La Fed ha alzato i tassi in 11 dei 12 meeting tra marzo 2022 e luglio 2023. Da allora, la banca centrale ha mantenuto i tassi fermi nell’intervallo tra il 5,25% e il 5,5%, sui massimi da 22 anni. I verbali indicano che la stretta sui tassi della Fed ha funzionato. I riferimenti all’inflazione “inaccettabilmente alta” apparsi nei verbali precedenti non erano inclusi nell’ultimo documento.
Le prospettive economiche degli Stati Uniti sono migliorate negli ultimi mesi grazie al calo della crescita dell’inflazione e dei salari. Ciò darebbe alla Fed più spazio per abbassare rapidamente i tassi se l’economia si indebolisce più di quanto si aspettano i funzionari, e potrebbe aprire la porta a tagli anche se l’espansione non si ferma.
I verbali offrono poco informazioni sull’inizio della nuova fase di riduzione dei tassi ma secondo il Fed Watch Tool di CME i mercati scontano al 65,5% un taglio dei tassi di 25pb già nel meeting del 20 marzo.
Qualche indicazione ancora più concreta potrebbe arrivare dopo questo venerdì quando vedremo i numeri sull’inflazione e il dato più atteso dei mercati i non farm payrolls ovvero le nuove busta paga USA, escluso il settore agricolo. Entrambi dati attentamente osservati dalla Federal Reserve.