Gundlach avverte Fed (e Bce?): “missione suicida” alzare tassi con rialzo deficit. E presenta grafico-verità BTP
In attesa della decisione sui tassi che sarà annunciata a breve dalla Fed di Jerome Powell, la dichiarazione lanciata da Jeff Gundlach durante il suo webcast in diretta, è un chiaro monito. Monito che, alla vigilia della riunione della Bce di Mario Draghi – quella tanto attesa in cui potrebbero essere decretati i modi e i tempi della fine del QE – sa di avvertimento anche all’Eurozona.
Gundlach definisce “ridicola” la crescita del debito federale Usa e fa notare come il deterioramento dei conti pubblici Usa stia avvenendo proprio mentre la Federal Reserve sta alzando i tassi di interesse. La coesistenza di questi fattori: crescita deficit (e dunque del debito) e strette monetarie della Fed è, per il Re dei Bond, una “missione suicida”.
Viene da pensare subito se una tale frase possa essere applicata al caso dell’Europa e, in particolare, dell’Italia: finora, in realtà, non si può parlare né di rialzo di deficit o del debito italiano, che sono anzi scesi negli ultimi anni.
Ma il dubbio degli operatori di mercato è che il trend torni a essere rialzista, viste le politiche fiscali espansive del governo M5S-Lega che, se adottate, secondo alcuni economisti sicuramente farebbero sbandare i conti pubblici italiani.
Tra l’altro Gundlach ha parlato del caso Italia, commentando la febbre dello spread e dei tassi sui BTP, tornata a salire sulla scia delle incertezze politiche legate alla formazione di un governo M5S-Lega (anche se oggi, per effetto delle dichiarazioni di Paolo Savona, il differenziale è in netto ribasso).
Nel far questo, ha presentato due grafici: uno, relativo all’andamento dei rendimenti dei BTP a 10 anni negli ultimi cinque anni; e un altro, stilato da Citi Research, che mostra come, a parte la Bce, nessun altro stia acquistando i bond italiani.
Jeff Gundlach non ha parlato però solo di Italia, nel suo webcast. Tutt’altro.
Nel commentare i fondamentali dell’economia mondiale, il guru ha ammesso che la crescita sta rallentando, anche se ha aggiunto di non intravedere al momento pericoli di recessione. Tanto da prevedere un rialzo dei prezzi del petrolio fino al range compreso tra $80 e $90 al barile.
In termini operativi, Gundlach ha fatto notare agli investitori come questo sia un momento eccellente per puntare su emergenti e high-yield‘.
“Ritengo che sia un momento eccellente -se non avete ancora puntato sui bond dei mercati emergenti o high-yield -per valutare almeno una rotazione parziale” verso questi asset, “considerando il livello del dollaro e le valutazioni”, ha detto l’investitore, aggiungendo di essere ancora bullish sulle commodities e di guardare con favore agli acquisti di oro.
View invece poco confortante sul dollaro, che sconta proprio la crescita “ridicola” del debito federale Usa.
Attenzione invece a continuare a puntare sui titoli hi-tech scambiati a Wall Street. Gundlach ha presentato il grafico-bolla di Michael Harnett, che mostra come la bolla dell’e-commerce sia sul punto di esplodere.
Dal grafico emerge infatti che il cosiddetto indice Dow Jones eCom (che comprende i titoli Amazon, Google e Facebook) è balzato dall’inizio del decennio del 617%, confermandosi la bolla più grande degli ultimi 40 anni, e che la capitalizzazione dei titoli hi-tech Usa, pari a $6 trilioni, è superiore a quella di tutte le società dell’Eurozona (capitalizzazione pari a $5 trilioni).
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