Guerra commerciale, disfatta G7: Trump furioso con Trudeau, manda tutto all’aria
L’America di Trump contro il premier canadese Justin Trudeau, mentre la diplomazia globale guarda stupita alla clamorosa disfatta della riunione del G7, che si è svolta in Quebec, Canada.
Il presidente americano sarà anche disposto a far pace con il leader nordcoreano Kim Jong Un, che vedrà a Singapore, destinazione verso cui ha fatto immediatamente rotta dopo aver lasciato in anticipo il G7, nello storico incontro previsto per domani, martedì 12 giugno. Ma ora è Trudeau a essere entrato più o meno ufficialmente nel club dei nemici giurati. Con conseguenze a dir poco disastrose, visto che Trump ha ordinato ai suoi anche di ritirare la firma Usa dal comunicato finale del G7.
Il premier canadese è stato accusato di aver rilasciato “dichiarazioni false”. Sebbene la stessa CNN sia piuttosto vaga sulle ragioni che hanno scatenato la furia di Trump, l’impressione è che a irritare il presidente Usa sia stato un discorso di Trudeau proferito nella giornata di sabato, in particolare le affermazioni secondo cui esiste una “certezza assoluta” sull’intenzione del Canada di annunciare il prossimo 1° luglio un insieme di ritorsioni commerciali contro gli Usa, in risposta ai dazi che Washington ha imposto sull’acciaio e sull’alluminio che l’America importa da altri paesi.
Based on Justin’s false statements at his news conference, and the fact that Canada is charging massive Tariffs to our U.S. farmers, workers and companies, I have instructed our U.S. Reps not to endorse the Communique as we look at Tariffs on automobiles flooding the U.S. Market!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) June 9, 2018
A fine maggio, Chrystia Freeland, ministro degli Affari esteri del Canada, aveva presentato il piano di ritorsioni contro gli Usa, annunciando dazi su beni americani, acciaio e allumiminio inclusi, per un valore di $12,8 miliardi circa (il valore complessivo circa delle esportazioni canadesi di acciaio e alluminio dello scorso anno verso gli Stati Uniti).
La notizia della decisione del Canada di non rimanere con le mani in mano nella guerra commerciale lanciata a suon di dazi dall’America First di Trump non era dunque del tutto nuova.
Ma a Trump non è andato probabilmente giù il fatto che la minaccia sia stata sbandierata nuovamente nel meeting del G7 e, per di più, così come confermano fonti a lui vicine, dopo che Trudeau si era comportato in tutti gli incontri in modo pacifico verso Trump.
I più stretti collaboratori del presidente lo hanno così difeso a spada tratta, presentando sostanzialmente Trudeau come una persona falsa.
In particolare Peter Navarro, direttore del National Trade Council della Casa Bianca, ha spiegato che esiste un “posto speciale all’inferno” per ogni leader (mondiale) che gestisca le relazioni diplomatiche con il presidente Trump in malafede, per poi pugnalarlo alle spalle”. Intervistato da Chris Wallace, di “Fox News Sunday”, Navarro si è rivolto ai suoi “amici in Canada”, affermando che quello appena concluso è stato il peggior calcolo politico mai orchestrato da un leader canadese nella storia moderna del Canada.
Peter Navarro, a trade adviser to US President Donald Trump, has escalated the war of words with Canadian Prime Minister Justin Trudeau after the fractious G7 summit. He said there was a “special place in hell” for Mr Trudeau. Read more: https://t.co/nGaJJN9ixM pic.twitter.com/LZDuqQ9Nw3
— Financial Times (@FinancialTimes) June 11, 2018
Commenti simili da Larry Kudlow, top consulente economico della Casa Bianca. Riferendosi a Trudeau, Kudlow ha detto:
“Ci ha davvero dato una pugnalata alle spalle”, oltre a dare un “pessimo servizio agli interi lavori del G7“.
Occhio inoltre al secondo tweet con cui Trump ha scritto: “Il premier Justin Trudeau del Canada si è comportato in modo talmente docile e gentile nelle nostre riunioni del @G7, solo per poi indire una conferenza stampa, appena ho lasciato (il G7), dicendo che “I dazi americani sono un insulto” e che lui non si “farà vessare”. Molto disonesto e debole. Le nostre tariffe sono una risposta alle sue del 270% sui latticini!”
PM Justin Trudeau of Canada acted so meek and mild during our @G7 meetings only to give a news conference after I left saying that, “US Tariffs were kind of insulting” and he “will not be pushed around.” Very dishonest & weak. Our Tariffs are in response to his of 270% on dairy!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) June 9, 2018
Canada charges the U.S. a 270% tariff on Dairy Products! They didn’t tell you that, did they? Not fair to our farmers!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) June 8, 2018
Nella giornata di sabato, facendo eco a Trudeau, in realtà anche la premier britannica Theresa May ha detto che l’Unione europea risponderà ai dazi di Trump.
“L’Unione europea .- a tal proposito ora siamo ancora membri dell’Ue – lancerà contromisure agli Stati Uniti”.
Ma in seno all’Ue, la decisione di Trump di rititarsi dall’accordo finale del G7 è stata accolta con rimprovero, soprattutto da Francia e Germania.
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha definito la reazione del presidente Usa “un po’ deprimente”, mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha commentato la disfatta del G7 accusando Trump di essere “incoerente”, e puntualizzando che la cooperazione internazionale non può e non deve dipendere da “attacchi di rabbia”.
E tutto questo accade mentre il finanziere George Soros affila sempre di più le armi contro Trump.
Soros definisce il presidente Usa un “narcisista estremo”, che “desidera distruggere il mondo” pur di preservare il proprio narcisismo. E comunica che darà il proprio sostegno a un eventuale procedimento di impeachment che potrebbe partire se, in occasione delle elezioni di metà mandato del Congresso, i democratici dovessero aggiudicarsi una forte consenso dell’elettorato.