Gualtieri agita spettro aumento Iva: ‘c’è conto Papeete da pagare’. No fermo da Di Maio e Renzi
Manovra 2020 da 30 miliardi, con il nodo dell’aumento dell’Iva da scongiurare. Non cosa da poco, e non solo per le finanze pubbliche e/o per la necessità di proteggere i consumatori italiani. Scongiurare l’aumento dell’Iva è proprio uno dei motivi principali, per cui il governo giallorosso è nato: uno stop che tra l’altro ha permesso al ministro dell’economia Roberto Gualtieri & Co di fissare nel Nadef un obiettivo di crescita del Pil, per il 2020, pari a +0,6%.
Eppure più di una cosa non torna, visto che il governo, questa intesa sul Nadef, sembra proprio non riuscire a trovarla. Il vertice fiume di ieri sera tra il premier Giuseppe Conte e diversi esponenti dell’esecutivo M5S-PD non ha portato infatti ad alcun risultato, se non alla constatazione che un nuovo asse è nato: l’asse Renzi-Di Maio, come fa notare oggi un articolo de La Stampa, entrambi decisi a evitare l’aumento dell’Iva.
Ieri, 29 settembre 2019, è stato il giorno in cui lo spettro Iva si è ufficialmente ripresentato, più minaccioso che mai, sotto forma di indiscrezioni e di frasi non proprio chiarificatrici. Sì, perchè dire “creiamo un governo per scongiurare l’aumento dell’Iva” è una cosa; riuscire poi a farlo senza far esplodere di nuovo deficit e debito è un’altra. E il neo ministro dell’economia del governo M5S-PD, Roberto Gualtieri, lo ha detto chiaramente: la legge di bilancio 2020 non sarà una manovra restrittiva ma il debito dovrà scendere.
Gualtieri non nega ipotesi ‘rimodulazioni’ Iva
“Non faremo una manovra restrittiva, nonostante la richiesta iniziale dell’Europa che diceva di ridurre dello 0,6% il deficit strutturale – ha detto ieri, intervistato intervistato a ‘in mezz’ora’ su Rai 3. Realizzeremo una piccola espansione per conciliare l’equilibrio dei conti con l’impegno di ridurre il debito pubblico ma allo stesso tempo senza dover fare una manovra restrittiva che avrebbe effetto negativo sull’economia”.
Dunque, una manovra lievemente espansiva. Che eviti l’aumento dell’Iva? A questa domanda le risposte di Gualtieri si sono fatte più incerte. Il ministro non ha dato infatti risposte chiare in stile “SI” o “No”. C’è da dire, d’altronde, che i termini che si stanno utilizzando per affrontare un tema tanto scottante sono piuttosto tecnici: più che di aumento dell’Iva, si parla di “rimodulazioni”, di aumenti “selettivi”.
Gualtieri ha messo comunque le mani in avanti e, riguardo alla rimodulazione selettiva delle aliquote Iva, di cui aveva parlato il Sole 24 Ore nella sua edizione di domenica, ha detto che è “solo una delle ipotesi” e che “non necessariamente si farà”. Il ministro ha fatto riferimento anche a “ipotesi abbastanza fantasiose” , quando invece “vale quello che il governo presenta”.
Ma le sue rassicurazioni non sono bastate. Il dubbio di un aumento dell’Iva inevitabile ha iniziato a martellare nelle teste degli italiani, confermandosi oggetto del contendere del governo giallorosso. Renzi e Di Maio hanno fatto coppia, dicendosi contrari, come sottolinea stamattina anche il Corriere della Sera, “a qualsiasi rimodulazione dell’ Iva”.
Le indiscrezioni – che Gualtieri, pur tentando di fornire rassicurazioni, non ha smentito, sono arrivate con un articolo del Sole 24 Ore, in cui si legge che “la rimodulazione delle aliquote, insieme alle misure antievasione fondate sui pagamenti tracciabili”, potrebbe far confluire nelle casse dello Stato cinque miliardi, nell’ambito di una manovra che avrebbe come obiettivo quello di evitare lo scontro politico con Bruxelles. Affinché si centri questo obiettivo, spiega il quotidiano di Confindustria, il governo M5S-PD dovrebbe dare due garanzie:
“La prima è un rapporto debito-Pil che ricomincia a scendere, anche se di poco, già nel 2020, dopo un 2019 che si chiuderà con un aumento per il secondo anno consecutivo. Anche per questo il governo punta a confermare l’obiettivo 2020 di privatizzazioni da 0,3% di Pil“. La “seconda garanzia è un deficit nominale che non può superare il 2,2%”. E in effetti la tabella del Nadef fissa l’obiettivo al 2,2%, anche se il Sole 24 Ore indica che “non è ancora escluso che il negoziato con la Ue chieda di scendere al 2,1%”.
A tal proposito, daegli studi di Rai 3, Gualtieri ha detto: “Forse è meglio non dichiarare il 2,4% e poi fare il 2,04% (come era successo nel caso al M5S-Lega), e nel frattempo avere una impennata dello spread che pagano tutti e collocarsi in mezzo dall’inizio senza turbative, quindi è una saggia via di mezzo che noi percorreremo”.
Il ministro, incalzato dalle domande di Lucia Annunciata, ha affermato che le stime sul deficit Pil oscillano tra il 2,1% e il 2,2%.
Eppure, la bomba esplosa sulla questione Iva starebbe far pensando ad alcune colombe dell’esecutivo alla possibilità di fare esattamente quanto aveva fatto un anno fa il governo M5S-Lega, ovvero all’opzione di alzare l’asticella del deficit-Pil fino al 2,4%.
Non solo aumento Iva: i numeri e i punti della manovra
“Trenta miliardi è una cifra ben definita“, ha detto Gualtieri, precisando che “potrebbe essere una cifra credibile se si sommano i 23 miliardi” per lo stop agli incrementi dell’Iva e le “misure che vogliamo mettere in campo”.
- Quota 100 verrà confermata: “Non è serio cambiare il sistema previdenziale ogni anno. Questa è una misura che va ad esaurimento – ha sottolineato il ministro – e verrà confermata in manovra”.
- Reddito di cittadinanza: Gualtieri ha sottolineato che verrà rafforzata la parte delle politiche attive sul lavoro.
- Cuneo fiscale: per il taglio sarà fatto un primo passo, presupposto per una sfida più “ambiziosa” di riforma del sistema fiscale che si deve ispirare alla “progressività” e “deve alleggerire la pressione sui ceti bassi e medi”.
- Sanità: “Questo governo si dà un orizzonte triennale. Noi abbiamo una rotta chiara e tra gli altri obiettivi c’è il superamento graduale del superticket”.
- Spending review. Gualtieri ha detto che verrà rivista ma “non ci saranno tagli a scuola, sanità, università, non ce lo possiamo permettere, sarebbe controproducente”. In un’ottica pluriennale “non ci sarà solo la riduzione o l’azzeramento delle rette degli asili per i redditi medio-bassi ma anche un piano di costruzione di asili nido”.
- Investimenti green: “Nella prossima finanziaria aumenteremo gli investimenti. Un paese che riduce e non aumenta gli investimenti non ha futuro e nella ottica pluriennale istituiremo un grande fondo dedicato alla transizione ecologica dell’economia, già da subito, e ci batteremo anche perchè gli investimenti in questa area siano scorporati dal calcolo del deficit a livello europeo”.
Renzi: su aumento Iva è a braccetto con Di Maio
Ma la tensione è alta, con La Stampa che parla per l’appunto della formazione dell’asse Renzi-Di Maio. In un altro articolo riassume così quanto accaduto nelle ultime ore in seno all’esecutivo:
“Paghiamo il conto del Papeete Possibili rincari all’Iva, ma niente tagli”, è il titolo dell’articolo di Alex Barbera, che riporta le dichiarazioni di Gualtieri, facendo riferimento anche a quanto detto da “un esponente Cinque Stelle che chiede l’anonimato” e che “spiegava la strategia già sabato: «Non diremo subito che l’Iva aumenta. Lo farà più avanti Conte, andrà in Parlamento e dirà alla nazione che non ci sono alternative”.
“È il giorno in cui viene a galla il primo asse tra Matteo Renzi e Luigi Di Maio”, si legge in un altro articolo sempre della Stampa, che fa riferimento al casus belli dell’Iva da sterilizzare per 23 miliardi di euro: “i fondi scarseggiano, i tecnici le stanno studiando tutte, le simulazioni fioccano sui tavoli che contano. Come conferma il titolare di via XX Settembre, alcune aliquote Iva potrebbero essere rimodulate. Magari con ritocchi selettivi e anche limature ben calibrate. Ma ben sapendo la tempesta che si sta scatenando, Franceschini (d’intesa con Zingaretti) chiede a Conte di convocare un vertice con i capi delegazione dei partiti di maggioranza per mediare le diverse posizioni.
Di Maio, dagli studi di Giletti, afferma categorico sull’ipotesi di rimodulazione dell’Iva: “L’ Iva non può aumentare, la minima, quella intermedia o le altre. Se vogliamo far pagare meno chi usa Poste Pay va bene, perché così recuperiamo evasione»”.
E anche Renzi si scaglia contro l’ipotesi che rimette in campo eventuali rimodulazioni-aumenti dell’Iva. Così si legge, nell’intervista rilasciata al quotidiano Il Foglio.
“Il nostro obiettivo è questo, noi abbiamo fatto un partito No Tax. Qualcuno ha fatto il partito No Tav, qualcuno No Tap, noi facciamo il No Tax. Nella mia esperienza di capo di una giunta o di un governo non ho mai alzato una tassa. Oggi non sono più solo, non comando più io. Ma quello che potremo fare per evitare l’ aumento delle tasse lo faremo”.
Giochi di parole anche da parte di Ettore Rosato che ieri sera, come fa notare La Stampa, ha tenuto a precisare: “Siamo Italia Viva non Italia Iva. Non aumentarla è un impegno che spetta a tutti mantenere. Noi su questo non faremo sconti”.
“La novità stavolta è che si crea di fatto il primo accordo di merito tra Renzi e Di Maio dopo anni di sciabolate reciproche – si legge nell’articolo de La Stampa – E su un tema sensibilissimo, come il fisco e l’innalzamento, se pur parziale e se pur contenuto, dell’Iva. Ritenuto da Renzi un’arma contro il governo caricata a pallettoni e consegnata nelle mani di Salvini. Un boomerang insomma. «Cosa altro dovremmo regalare a Salvini?», sospira un colonnello dell’ex premier”.