Grexit sì, Grexit no: idee confuse sulla Grecia tra i politici europei. E le Borse soffrono
L’incertezza è la principale nemica dei mercati finanziari e non si può certo dire che i politici europei stiano contribuendo a diradarla. Anzi, proprio su uno dei temi fondamentali della prima parte dell’anno, la Grecia, il susseguirsi di dichiarazioni di vari esponenti lascia perplessi. Le ultime (finora) parole sull’argomento le ha espresse un portavoce della Commissione europea europea: “La partecipazione all’euro è irreversibile”.
Affermazione netta e in evidente contrasto con le voci circolate nel fine settimana dopo la pubblicazione di un articolo sul settimanale tedesco Der Spiegel.
Citando fonti di governo, vicine ad Angela Merkel e Wolfgang Schauble, il periodico ha riferito che un’eventuale uscita della Grecia dalla moneta unica non viene ritenuta in grado di mettere a rischio la sopravvivenza dell’euro e avrebbe potenzialità di contagio limitate. Sono seguite affannate rassicurazioni del governo tedesco: “Non abbiamo cambiato idea, Atene deve restare nell’Eurozona” ha detto Steffen Seibert, portavoce del cancelliere tedesco Angela Merkel.
Rassicurazioni inutili visto che “la partecipazione all’euro è irreversibile”. Un dogma del quale non tutti sembrano essere al corrente: “I greci sono liberi di decidere in autonomia i propri governanti e di scegliere se rimanere o meno nell’area euro” le parole pronunciate dal presidente francese Francois Hollande alla radio francese France Inter.
Citando Mao Tse-tung, grande è la confusione sotto il cielo dell’Eurozona e di questa confusione le Borse non possono che soffrirne. Al giro di boa di metà seduta il Ftse Mib perde oltre l’1,3%, il Cac40 arretra di quasi un punto percentuale e Atene arretra di oltre 4.