Euro sotto il muro di 1,20 dollari, tengono banco Bce e Grexit
Avvio di settimana con l’euro che si è spinto sotto la soglia di 1,20 andando a testare i minimi dal lontano 2006. L’affondo di Mario Draghi verso un QE europeo su larga scala ha alimentato la speculazione circa un’imminente azione della Banca centrale europea che dovrebbe dare il via all’acquisto di titoli di Stato forse già nel primo meeting del 2015, in programma il 22 gennaio.
Il cross euro/dollaro viaggia a 1,1955 dopo essere sceso fino a 1,1864, livello più basso dal marzo 2006. Negli ultimi 12 mesi la divisa comune europea ha ceduto oltre l’8% contro il dollaro. “Il sentiment per l’EUR rimane solidamente negativo con l’EUR/USD che calca il territorio dell’ipervenduto (RSI a 26%, fascia inferiore di Bollinger a 1,1998)”, commenta Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst di Swissquote Europe Ltd.
Divisa unica nella morsa tra Bce ed elezioni Grecia
Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha affermato che l’Eurotower sta preparando nuove misure per modificare l’ampiezza, il ritmo e le caratteristiche dei mezzi a cui ricorrere per garantire la stabilità dei prezzi nella zona euro. “Siamo preparati per modificare le dimensioni, la velocità e la composizione delle nostre misure all’inizio del 2015 qualora fosse necessario”, sono state le parole di Draghi in un’intervista al quotidiano economico tedesco Handelsblatt.
Sullo sfondo c’è poi la delicata questione Grecia in vista del voto del 25 gennaio con il possibile successo del partito anti-austerity Syriza. Il leader dell’opposizione greca, Alexis Tsipras, ha detto che il suo partito Syriza dirà fine all’austerità tedesca se vincerà le elezioni. La rivista Der Spiegel aveva scritto che Angela Merkel sarebbe pronta ad accettare un uscita della Grecia dall’euro (Grexit), uno sviluppo che Berlino vedrebbe come “inevitabile” se Syriza vince. L’esecutivo tedesco ha invece seccamente smentito ribadendo di non aver cambiato idea sulla Grecia e si aspetta che Atene rispetti i piani concordati con i creditori internazionali anche in caso di vittoria della sinistra radicale alle elezioni.