Greferendum: sale l’attesa per il referendum, arrivati ad Atene gli inviati di FinanzaOnLine
![Greferendum: sale l’attesa per il referendum, arrivati ad Atene gli inviati di FinanzaOnLine](https://cdn.finanzaonline.com/3UeCGde6StcNTzospAmvp9A_0cA=/656x492/smart/https://www.finanzaonline.com/app/uploads/2017/04/greferendum-sale-lattesa-per-il-referendum-arrivati-ad-atene-gli-inviati-di-finanzaonline-image-1.jpeg)
Sale l’attesa per il referendum di domani in Grecia. Quello che è stato rinominato Greferendum è un appuntamento storico, non solo per le sorti di Atene ma per quello che riguarda il progetto europeista.
Al popolo greco domenica verrà chiesto se accettare o meno le più recenti proposte dei creditori internazionali per affrontare la crisi economica del paese.
Negli ultimi giorni i vertici dell’Unione Europea, con il Presidente della Commissione Junker in testa, hanno invitato i greci a votare ‘Sì’. Il Primo ministro di Atene, Alexis Tsipras, spalleggia il ‘No’.
La consultazione è stata richiesta domenica scorsa dallo stesso governo Tsipras, in rotta con le richieste dei creditori internazionali. Distanze che all’interno dell’esecutivo greco vengono confermate e sventolate anche oggi dal Ministro dell’economia di Atene, Yanis Varoufakis. “I creditori sono terroristi” ha dichiarato a poche ore dal voto.
Il referendum di domenica è un evento storico per molteplici motivi. Rappresenta il secondo referendum di sempre in Grecia dopo quello in cui 46 anni fa i greci espressero la loro preferenza per la Repubblica rispetto alla monarchia.
Gli occhi della comunità internazionale e finanziaria sono catalizzati su Atene per altri motivi. La Grecia con il mancato pagamento lo scorso 30 giugno del prestito da 1,6 miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale è formalmente già in default. Tra interessi e rimborsi in luglio dovrà sborsare circa altri 8 miliardi di euro.
La vittoria del ‘Sì’ piuttosto che quella del ‘No’ influenzerà molto le possibilità che i creditori internazionali, tra cui un ruolo di spicco è rappresentato dai partner dell’Eurozona, prenderanno.
La vittoria del ‘Sì’ aiuterebbe a ricucire lo strappo nei rapporti tra Atene, Fondo Monetario Internazionale, Banca centrale europea e leader dell’Eurozona. La possibilità di ottenere ulteriori prestiti e dunque evitare il default vero e proprio diventerebbe molto più concreta.
Barcollerebbe invece la figura di Alexis Tsipras e del suo esecutivo, costretto probabilmente a defilarsi in caso di vittoria del ‘Sì’.
A quel punto sarebbe da capire se la Grecia tornerà nuovamente al voto o se la necessità di far fronte rapidamente alle scadenze dei prestiti internazionali favorirebbe una soluzione tecnica di transizione. Il governatore della Banca centrale greca Yannis Stournaras potrebbe essere una figura gradita ai creditori.
Negli ultimi comizi pre voto il Premier Tsipras ha evidenziato come “gli occhi del mondo sono sulla Grecia” e ha sostegno del ‘No’ ha evidenziato come questa sia “l’unica occasione per far tornare la democrazia in Europa”.
La vittoria del ‘No’ allarmerebbe inevitabilmente i mercati finanziari. Prevedibilmente l’apertura delle contrattazioni di lunedì sarebbe simile a quella post rottura dei negoziati della scorsa settimana.
“Se la Grecia non sarà salvata, andranno in fumo 1.000 miliardi di euro”, ha dichiarato in un’intervista Varoufakis, convinto che questo sia una ottima motivazione per trovare un accordo dopo il voto visto che “c’è troppo in gioco”.
Di certo nell’ultima settimana l’economia greca è andata in tilt, con cibo e medicine che cominciano a scarseggiare, turisti che cancellano le prenotazioni e le banche che hanno moltissimi problemi di liquidità.
![](http://giornalisti.finanza.com/contenuti/referendum,%20grecia,%20greferendum,%20lanati,%20discacciati,%20atene,%20voto,%20euro.jpg)