Grecia: l’Ue vuole chiarezza, sospende la tranche di aiuti da 8 miliardi di euro
“Non si tratta solo di decidere sul programma di aiuti concordato il 26 ottobre. Si tratta di decidere se vogliamo o non vogliamo restare nell’euro”. Con queste parole il premier greco Papandreou ieri sera ha chiarito il quesito che intende porre al popolo della Grecia con il referendum che probabilmente si terrà il prossimo 4 dicembre. E chi stava ad ascoltarlo – cioè i vertici dell’Ue Junker, Van Rompuy e Barroso, la direttrice del FMI Christine Lagarde e i capi di Stato francese e tedesco Sarkozy e Merkel – ha risposto sospendendo la tranche di aiuti da 8 miliardi di euro – la seconda – già pronta per essere erogata.
Governo greco in bilico sul referendum
“Il referendum fornirà un messaggio chiaro interno ed esterno alla Grecia”, ha detto Papandreou. ” Io dirò al G20 che è necessario adottare politiche che garantiscano il mantenimento della democrazia al di là degli appetiti dei mercati”. Il premier greco, dunque, si presenterà oggi ai grandi del mondo con la scelta di porre la volontà del popolo sopra ogni cosa, pur sapendo di rischiare la stabilità dell’Eurozona, il default del proprio Paese e la sopravvivenza della propria stessa maggioranza.
Lungi dall’essere unito, infatti, il governo greco è uscito indebolito da queste giornate di decisioni forti, con la fronda socialista dissidente e una maggioranza risicata di appena due voti in parlamento, appesa solo alla necessità di non far cadere il governo in un momento come questo. Lo stesso ministro delle finanze greco, Evangelos Venizelos – che ieri in mattinata ha avuto un malore – in una nota si è sostanzialmente dichiarato in disaccordo con il metodo adottato dal premier per dirimere una questione politica cruciale come questa. “La posizione della Grecia nell’Euro è una conquista storica che non può essere messa in discussione e non può dipendere da un referendum”, si legge nella nota riportata dal Financial Times e proveniente dal ministero delle finanze, che fa anche sapere che la Grecia ha autonomia finanziaria fino a metà dicembre. Domani a mezzanotte arriverà il responso del Parlamento, che voterà la fiducia al Governo Papandreou.
L’Europa chiede chiarezza
Intanto i leader europei chiedono chiarezza, mostrando tutto il fastidio per una decisione, quella del premier ellenico, che manda all’aria i piani di stabilità dell’Eurozona e che rischia di attirare sui listini del vecchio continente ulteriori tempeste. “Noi vogliamo che la Grecia resti nell’euro, ma ora spetta al popolo greco decidere su questa questione”, ha affermato ieri il presidente francese Nicolas Sarkozy nella conferenza stampa seguita al meeting alla vigilia del G20, ventilando per la prima volta apertamente la possibilità dell’uscita di un paese dall’unione monetaria. E ancor più chiara è stata Angela Merkel: “E’ stato concordato un programma e vogliamo che sia rispettato”. Finchè non sarà assicurato il rispetto delle condizioni poste dalla troika, ha detto in sostanza la Merkel, e a meno dell’esito positivo del referendum nessun aiuto potrà più essere dato alla Grecia. “La priorità è la stabilità dell’euro”, ha aggiunto il cancelliere tedesco, precisando che l’Europa è già “attrezzata” all’eventualità dell’uscita della Grecia.
Il mondo resta a guardare, in attesa del G20 di oggi e domani, e della riunione dell’Ecofin di lunedi prossimo.