Notizie Notizie Mondo Grecia: si alzano i toni tra Tsipras e Juncker in vista dell’Eurogruppo

Grecia: si alzano i toni tra Tsipras e Juncker in vista dell’Eurogruppo

17 Giugno 2015 10:00
Si inasprisce il colloquio tra la Grecia e i suoi creditori internazionali in vista del cruciale Eurogruppo di domani. Ieri il premier greco, Alexis Tsipras, ha tenendo un duro discorso davanti al Parlamento di Atene nei confronti dell’Unione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale, giudicando il loro atteggiamento “umiliante” verso il popolo ellenico e accusando l’Fmi di una responsabilità “criminale” per la difficile situazione economica del Paese. 
Oggi il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, avrebbe invece puntato il dito contro il governo di Atene, accusandolo di ingannare il popolo greco con resoconti fuorvianti sulle richieste avanzate dall’Europa. “Il dibattito in Grecia e fuori dalla Grecia sarebbe più facile se il governo ellenico dicesse esattamente quello che la Commissione sta realmente proponendo”, avrebbe detto Juncker, secondo quanto riporta oggi il Financial Times. Alle sue dichiarazioni però avrebbe risposto il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, che, secondo l’agenzia Reuters, avrebbe replicato: “O Juncker non ha letto il documento che ha dato a Tsipras o l’ha letto ma l’ha dimenticato”.
I toni accusatori delle ultime ore fanno svanire le speranze di vedere progressi e tantomeno il raggiungimento di un accordo nell’Eurogruppo di domani. Diventa invece più probabile una soluzione “last minute” a fine giugno, in occasione del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno. Solo pochi giorni prima della data X, il 30 giugno, quando la Grecia dovrà rimborsare quasi 1,6 miliardi di euro all’Fmi, oltre che pagare le pensioni e gli stipendi ai propri dipendenti pubblici. 
La Bce decide sui fondi alle banche greche
In attesa della riunione dei ministri della zona euro, in programma domani a Bruxelles, il consiglio  direttivo della Bce si pronuncerà oggi in merito a un ulteriore innalzamento dei fondi di emergenza alle banche greche, il cosiddetto piano Ela, attualmente fissato a 83 miliardi di euro. Lunedì scorso nel corso dell’audizione trimestrale al Parlamento europeo, il presidente della Bce, Mario Draghi, aveva ribadito la disponibilità a sostenere le banche elleniche, almeno fino a quando garantiranno solvibilità. Nell’incertezza dei negoziati in corso, si fa strada l’ipotesi di un possibile controllo dei flussi finanziari per impedire una fuga dei capitali dalla Grecia. Secondo alcune indiscrezioni, se i negoziati per salvare la Grecia da un default non registrassero progressi, a partire dalla prossima settimana si potrebbe procedere alla chiusura delle banche greche per pochi giorni in modo da preparare le operazioni di restrizione, che dovrebbero comunque essere ratificate dal Parlamento greco.