Notizie Notizie Mondo Grecia: rimborso all’Fmi rimandato a fine giugno. Cosa aspettarsi adesso? (analisti)

Grecia: rimborso all’Fmi rimandato a fine giugno. Cosa aspettarsi adesso? (analisti)

5 Giugno 2015 08:15
Niente rimborso al Fondo monetario internazionale (Fmi), almeno fino a fine mese. La Grecia ha deciso di rimandare al 30 giugno (giorno in cui terminerà il piano di aiuti) il pagamento dei prestiti all’Fmi in scadenza oggi e nei prossimi giorni, nel tentativo di guadagnare tempo per trovare un accordo con i suoi creditori internazionali sulle riforme da implementare nel Paese in cambio della tranche di aiuti da 7,2 miliardi di euro. La decisione dimostra quanto precarie siano le condizioni finanziarie della Grecia e quanto ferme siano ancora le trattative.  
Facendo riferimento a una clausola del regolamento dell’Fmi, utilizzata solo una volta nella storia dell’istituzione (in Zambia a metà degli anni ’80), in base alla quale i Paesi membri possono raggruppare i pagamenti brevi in uno, le autorità elleniche hanno deciso di rimborsare in un’unica tranche, il prossimo 30 giugno, 1,6 miliardi di euro di prestiti. Inizialmente, la Grecia doveva pagare 300 milioni oggi, una seconda rata da 340 milioni il 12 giugno e le ultime due, il 16 e il 19 giugno, da 567 e 340 milioni rispettivamente. La mossa, annunciata dopo l’importante incontro di mercoledì sera a Bruxelles tra il premier greco Alexis Tsipras e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Junker, permetterà alla Grecia di continuare le trattative con i creditori internazionali con meno pressione. 
Le divergenze sono però ancora evidenti. Atene e Bruxelles lavorano dal 20 febbraio, data in cui si è deciso di prolungare gli aiuti internazionali alla Grecia fino a fine giugno, alla redazione di un piano comune di riforme da implementare nel Paese, condizione necessaria per sbloccare la tranche di aiuti da oltre 7 miliardi. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, i punti in disaccordo riguardano i tagli alle pensioni e ai salari, il processo di privatizzazione, l’aumento dell’Iva e il livello di avanzo primario (il governo greco ha proposto un obiettivo del 2,5% entro il 2017 contro un avanzo primario del 3% della proposta europea e del 4,5% delle condizioni attuali di salvataggio). “Riteniamo che un accordo sul mercato del lavoro e il programma di privatizzazioni possa essere rinviato al terzo programma di aiuti, che verrà discusso nelle prossime settimane – sostengono gli analisti di Barclays – L’obiettivo imminente è quello di concordare il minimo necessario per fornire liquidità alla Grecia ed evitare il default nelle prossime settimane”. 

“Confrontando le informazioni trapelate sulle due proposte, ci sono ancora enormi differenze, che spiegano il motivo per cui trovare un compromesso è ancora così difficile”, commentano oggi Paolo Pizzoli e Carsten Brzeski, analisti di Ing, secondo cui la decisione di rimandare il rimborso all’Fmi a fine mese dimostra chiaramente come le trattative siano a un punto fermo. La frase dichiarata da Junker al termine della cena di lavoro di mercoledì (“Sono stati compiuti progressi nella comprensione delle reciproche posizioni sulla base delle varie proposte”), in realtà viene letta dai due esperti come “dopo quattro mesi di trattative ora siamo d’accordo che non siamo d’accordo”. 
Cosa aspettarsi adesso?
“I recenti sviluppi – continuano i due analisti di Ing – hanno dimostrato ancora una volta che le greciascadenze nella crisi greca possono diventare più flessibili e fluide del previsto. Tuttavia, una cosa è chiara: i successi del passato non sono mai una garanzia per i successi futuri”. A loro avviso, comunque, un compromesso è ancora possibile e non è da escludere nemmeno una soluzione provvisoria al caso Grecia. Più drastici invece gli analisti di Barclays che escludono un accordo prima della pausa estiva. “I negoziati procedono a passo lento e crediamo che una intesa possa richiedere più tempo di quanto molti si aspettano”, sostengono, precisando: “non crediamo che la crisi greca sarà risolta prima della pausa estiva, ed è molto probabile che la Grecia rimarrà una forte incertezza anche dopo l’estate quando il governo ellenico e le istituzioni europee dovranno accordarsi su un terzo piano di salvataggio, probabilmente anche su una ristrutturazione del debito”. Il processo potrebbe essere ulteriormente ritardato nell’eventualità di una crisi politica in Grecia (da non escludere per via dei compromessi da accettare). Questa ipotesi potrebbe accelerare il deflusso dei depositi dal Paese e comportare l’imposizione di controlli amministrativi sulle banche greche.