Notizie Notizie Mondo Pimco: 6 tendenze globali e sei rischi estremi di lungo termine

Pimco: 6 tendenze globali e sei rischi estremi di lungo termine

4 Giugno 2015 14:31
Dal Secular Forum di Pimco, incontro annuale tra tutti i professionisti dell’investimento della società di gestione fondi, sono emersi 6 tendenze globali e 6 rischi estremi che costituiranno le linee guida per i prossimi tre cinque anni. 
Il dibattito tra gli esperti ha confermato la tendenza delle economie verso una crescita di modeste dimensioni, previsione confermata dal Fondo monetario internazionale che, nel World Economic Outlook ha rivisto al ribasso le proprie stime relative alla crescita potenziale nelle economie emergenti e sviluppate. Un contesto di “Nuova neutralità” nel quale “le banche centrali saranno costrette a fissare i tassi ufficiali a livelli nettamente inferiori a quelli prevalenti prima della crisi”. Una previsione che vale anche per la Federal Reserve, in procinto di rialzare i tassi sui Fed Funds: “La Fed – si legge nella relazione – punta a sostenere la crescita economica e a portare l’inflazione in linea con l’obiettivo del 2%. Vorrebbe ottenere questo risultato riducendo, al contempo, il proprio bilancio di pari passo con il graduale rialzo dei tassi di interesse a breve termine. Qualora ciò dovesse comportare un’impennata dei rendimenti a lungo termine, riteniamo che la Fed potrebbe, se necessario, rallentare il ritmo della normalizzazione del bilancio, al fine di non compromettere gli obiettivi del suo duplice mandato”. 

6 tendenze globali
  1. Convergenza verso i tassi di crescita potenziale della Nuova normalità nelle economie sviluppate ed emergenti;
  2. Evoluzione verso un sistema bancario globale soggetto a una maggiore regolamentazione e caratterizzato da una più solida patrimonializzazione; 
  3. Transizione dalla scarsità all’abbondanza di energia grazie alla rivoluzione dello shale gas;
  4. Accelerazione dalla deflazione verso il target d’inflazione del 2% nelle maggiori economie;
  5. Passaggio da una sovrabbondanza di risparmio globale sostenuta dal calo dei prezzi delle materie prime verso una riduzione degli squilibri globali a fronte di una domanda più sostenuta; ciò dipenderà in qualche misura dalla capacità della Cina di effettuare la transizione verso un livello di reddito medio;
  6. Adozione di politiche economiche più efficaci nelle principali economie emergenti (Cina, India) e sviluppate (Eurozona, Giappone), con almeno la possibilità di futuri cambiamenti significativi della politica economica statunitense (immigrazione, esportazioni petrolifere, autorità di promozione e commercio). 
Sei rischi estremi
  1. Alla luce dei tassi modesti di crescita tendenziale e d’inflazione, dei bassi tassi ufficiali, dei bilanci pubblici in aumento e del debito pubblico elevato, se nei prossimi cinque anni l’economia globale dovesse scivolare in recessione, pochi paesi disporrebbero del margine di manovra necessario per adottare una politica espansiva;
  2. Il sistema bancario globale, soggetto a una maggiore regolamentazione e caratterizzato da una più solida patrimonializzazione, riserva una quota ridotta del suo bilancio al market making, con conseguenti flash crash, vuoti d’aria e volatilità;
  3. Il passaggio dalla scarsità all’abbondanza di energia crea vincitori e perdenti e ha un effetto netto positivo sulla domanda globale solo se l’aumento dei consumi dei vincitori compensa il taglio dei consumi e della spesa per investimenti dei perdenti;
  4. Finora i mercati hanno reagito ordinatamente ai conflitti geopolitici, ma attualmente il “rischio di disastro” è in una certa misura scontato dalle attività finanziarie ed è fonte di volatilità e di rischio per le quotazioni azionarie e per gli spread creditizi, mentre aumenta il potenziale di rialzo dei prezzi dei titoli di Stato americani e dei Bund;
  5. Scenari estremi positivi e negativi per l’inflazione globale sono entrambi possibili; nell’orizzonte di 5 anni un’impennata dell’inflazione oltre i target delle banche centrali e’ più probabile di quanto si possa pensare;
  6. Rischio per il nostro scenario di riferimento ottimistico che prevede politiche economiche più efficaci nelle principali economie emergenti e sviluppate e la possibilità di futuri cambiamenti significativi della politica economica statunitense nel nostro orizzonte di lungo periodo. Permane il rischio estremo di polarizzazione politica nell’Eurozona e/o di uscita del Regno Unito dall’Unione europea. In Cina, le riforme in programma sono ambiziose ma il successo non è assicurato e, in particolare, la liberalizzazione del conto capitale sarà un obiettivo difficile da raggiungere nell’orizzonte temporale annunciato.