Grecia: il Parlamento approva le misure, oggi l’Eurogruppo deciderà sul prestito ponte
Il Parlamento della Grecia ha approvato le prime misure di austerità concordate con i creditori internazionali in cambio di un terzo piano di aiuti da oltre 80 miliardi di euro, aprendo così la strada ai negoziati per un prestito ponte nell’immediato e per il nuovo sostegno finanziario da definire nelle prossime 3-4 settimane. Intanto si attende il via libera anche di altri cinque Parlamenti europei (Germania, Finlandia, Austria, Estonia e Lettonia).
Il voto ad Atene, la maggioranza vacilla
Dopo un lungo dibattito, nella notte tra mercoledì e giovedì il Parlamento ellenico ha dato il via libera alle prime misure di austerità, che comprendono l’aumento dell’Iva, la fine delle agevolazioni per le isole, la riforma delle pensioni con la fine del ritiro anticipato nel 2022 e l’adozione della “regola d’oro” del bilancio, per un valore di circa 3 miliardi di euro. Il programma ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti (il minimo era 151 voti su 300 deputati): ci sono stati 229 voti a favore, 64 contrari (tra cui l’ex ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, e il presidente del Parlamento, Zoe Konstantopoulou), 6 astenuti e 1 assente. Se il partito dei Greci Indipendenti (Anel), che forma il governo di colazione insieme a Syriza, ha votato compatto per il sì, delle defezioni importanti (per la precisione 34) si sono invece registrate nel partito di Tsipras, facendo perdergli la maggioranza parlamentare.
Tsipras ha ammesso di disapprovare il progetto di accordo per diversi aspetti. “Ma o era così o ci si doveva preparare a un default disordinato”, ha sostenuto, precisando tuttavia, che l’accordo obbliga per la prima volta l’Europa a discutere di una riduzione del debito della Grecia, attualmente al 176% del Pil. Un appoggio importante in questo senso è arrivato ieri dal Fondo monetario internazionale, secondo cui è impensabile una soluzione alla crisi greca senza un alleggerimento del debito di Atene.
Oggi l’Eurogruppo deciderà sul prestito ponte, Gran Bretagna contraria
Ora l’attenzione si sposta sull’approvazione del prestito ponte in vista di lunedì 20 luglio, quando scadranno le obbligazioni detenute dalla Banca centrale europea. Questa mattina si riunisce l’Eurogruppo in teleconferenza per decidere tra le varie opzioni per il prestito ponte, che secondo quanto illustrato ieri da Vladimir Dombrovskis, vice presidente della Commissione per l’euro e il dialogo, dovrebbe avvenire utilizzando il fondo per le urgenze finanziarie degli Stati membri dell’intera Unione europea (l’Efsm, European financial stability mechanism).
La proposta però ha già provocato malumore da parte di alcuni Paesi dell’Unione europea, come la Gran Bretagna e la Repubblica Ceca. Secondo alcune indiscrezioni, la Gran Bretagna esige che la sua eventuale partecipazione al prestito ponte per la Grecia sia integralmente protetta contro il rischio di non rimborso. La sua richiesta potrebbe complicare le cose.
La Grecia conta anche sull’innalzamento dei fondi di emergenza Ela per le banche elleniche da parte della Bce, riunita oggi. Nell’attesa di sviluppi, il governo di Atene ha deciso di prolungare la chiusura delle banche, operativa dallo scorso 29 giugno, fino ad oggi.