Grecia: oggi il vertice Ue decisivo, il nuovo piano di Tsipras piace. Sarà la volta buona?
Ancora una volta, la settimana si apre con la questione Grecia in primo piano e una riunione decisiva tra Atene e i suoi creditori. I negoziati proseguono ormai da cinque mesi per tentare di trovare un accordo sulle riforme da implementare nel Paese in cambio di nuovi aiuti da 7,2 miliardi di euro. Questa volta, un vertice europeo straordinario si terrà a Bruxelles per cercare l’intesa ed evitare un default tecnico della Grecia. Ieri, il premier ellenico, Alexis Tsipras, ha presentato un nuovo piano di misure, che sembra accontentare l’Europa.
Nessun dettaglio è stato ancora fornito dal governo greco sul contenuto delle proposte per ottenere il via libera immediato agli aiuti dopo mesi di trattative. Ma questa sembra essere la volta buona. Il nuovo programma di misure è una “buona base per fare progressi in occasione del vertice della zona euro”, ha detto nella notte tra domenica e lunedì Martin Selmayr, il capo di Stato maggiore del presidente della Commissione europea, sul suo profilo Twitter. Secondo alcune indiscrezioni, tra le nuove misure comparirebbe un aumento delle tasse ma solo per i ceti più ricchi e un innalzamento dell’eta pensionabile.
La giornata di oggi è scandita da decisivi appuntamenti. Questa mattina è previsto un incontro-test tra Tsipras e i suoi creditori internazionali, vale a dire il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, la direttrice del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, e il numero uno dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, prima del vertice di emergenza, in programma questa sera alle 19.00. Nel pomeriggio, alle 15.00, si terrà anche una riunione dei ministri delle Finanze della zona euro. I due incontri preliminari anticiperanno l’esito del vertice di emergenza di questa sera.
La fitta agenda di incontri riflette l’urgenza della situazione. Senza accordo sulle riforme e dunque senza aiuti, la Grecia rischia di non riuscire a rimborsare il prestito da quasi 1,6 miliardi di euro all’Fmi, in scadenza il prossimo 30 giugno. Uno scenario dalle conseguenze imprevedibili. La possibilità di un’uscita della Grecia dall’euro (il cosiddetto Grexit), anche se non rappresenta un meccanismo automatico in caso di default, è sempre più evocato. Nei giorni scorsi, intanto, si è innescata in Grecia la corsa agli sportelli, alimentando i timori per le banche elleniche, anche se sostenute dall’Ela, il fondo di emergenza della Bce. Proprio oggi si riunirà, per la terza volta in nemmeno una settimana, il consiglio direttivo della Bce per decidere se aumentare il livello di aiuti attualmente fissato a 83 miliardi di euro.