Notizie Notizie Mondo Grecia: negoziati rimandati a dopo il referendum, Varoufakis spiega perché votare no

Grecia: negoziati rimandati a dopo il referendum, Varoufakis spiega perché votare no

2 Luglio 2015 08:29
Continuano le turbolenze sul fronte Grecia, dopo l’insolevenza di Atene nei confronti del Fondo monetario internazionale e la fine del programma di salvataggio, e in vista del referendum di domenica 5 luglio. Una nuova lettera del premier greco, Alexis Tsipras, le voci su una possibile cancellazione del referendum, la cancelliera Angela Merkel al Parlamento tedesco, e ancora Tsipras in televisione, la conference call dell’Eurogruppo, la bocciatura di Moody’s sulla Grecia e infine il ministro delle Finance greco, Yanis Varoufakis, su Internet. Questo il riassunto di una ennesima “normale” giornata folle della crisi greca. 
Gli ultimi sviluppi hanno visto la conference call dei ministri delle Finanze chiudersi ieri sera a Bruxelles con il rifiuto della richiesta di Tsipras e rinviando ogni ulteriore discussione a dopo il referendum. “Anche se un accordo sarebbe possibile, ormai è stata distrutta così tanta fiducia che è difficile aspettarsi che la zona euro creda ancora a Tsipras”, commentano gli analisti di Ing , Paolo Pizzoli e Carsten Brzeski. 
Più tardi, Varoufakis ha illustrato le sue argomentazioni a favore del NO al referendum, che chiamerà il popolo greco a decidere se accettare le proposte europee (qui il link al suo blog) e non sull’uscita della Grecia dall’euro. Il ministro delle Finanze greco ha inoltre dichiarato che il governo potrebbe dimettersi in caso di vittoria del SI’ assicurando comunque uno spirito di cooperazione con coloro che prenderanno il posto, così come aveva già affermato Tsipras. “Crediamo che il verdetto del popolo debba essere rispettato”, ha detto Varoufakis, secondo cui “nulla è finito” e i negoziati riprenderanno con un nuovo spirito dopo il voto. 
“L’unica cosa certa emersa dagli ultimi eventi è che sono escluse svolte spettacolari e inattese prima del voto di domenica – concludono gli esperti – Tuttavia, coloro che sperano in una maggiore chiarezza dopo il referendum, verranno delusi: il pasticcio andrà avanti, qualsiasi sia l’esito del voto. La scomoda verità sul referendum greco è che né un SI né un NO porterà a una soluzione rapida e a un ritorno alla normalità” (qui il link sulle possibili conseguenze del voto). E proprio per questa continua incertezza e per i rischi legati al referendum, l’agenzia di rating Moody’s ha declassato la Grecia, portando il giudizio a Caa3, solo un gradino sopra la categoria “default di pagamento imminente”.