Grecia, accordo fatto sull’asse Berlino-Parigi
Ha avuto gli esiti sperati il pre-vertice di ieri sera tra il cancelliere tedesco Angela Merkel e il premier francese Nikolas Sarkozy. Alla vigilia del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Eurozona che si terrà oggi a Bruxelles, dall’incontro dei due leader indiscussi dell’Eurozona ha infatti preso vita un piano congiunto per la risoluzione della crisi greca. E a pagare il prezzo più alto per la risoluzione del dissesto ellenico- almeno secondo le indiscrezioni che riporta oggi il Financial Times – potrebbero essere le banche.
In una nota diramata dall’ufficio del presidente francese all’una e mezzo del mattino di ieri si legge che “dopo quasi sette ore di colloqui” è stata raggiunta “una posizione comune” che “sarà sottoposta al presidente dell’Unione Europea, Herman Van Rompuy, il quale potrà includerla nelle sue consultazioni con i leader europei”.
Il Financial Times come detto si spinge oltre. Il quotidiano della City ipotizza infatti che il piano potrebbe prevedere fondi provenienti da una nuova tassa del valore di 50 miliardi di euro a carico delle banche dell’Eurozona. Somma che sarebbe poi utilizzata per riacquistare il 20% del debito greco. Il piano – scrive ancora l’Ft – comprende anche un programma rivolto ai detentori privati di bond greci a cui sarebbe proposto di scambiare i titoli posseduti con altri a scadenza trentennale.
Vincerebbe quindi la linea tedesca, che da sempre sollecita la partecipazione dei privati al salvataggio greco. E soprattutto sembrerebbe aver vinto la realpolitik. L’aggravarsi della situazione greca e l’inasprirsi dei rischi di contagio della crisi in Europa paiono infatti aver imposto un’accelerazione alle trattative tra i leader europei.
Oggi la posizione formatasi sull’asse Berlino-Parigi dovrà però essere essere condivisa con gli altri leader europei e non sono pertanto da escludere colpi di scena o anche un nulla di fatto: un esito cui peraltro la politica europea ha ormai abituato.
Il rischio tuttavia, come si legge oggi in una lettera aperta firmata da numerosi economisti italiani di primo piano e pubblicata oggi sul Sole 24 Ore, è che “decidere ancora una volta di non decidere potrebbe rappresentare la fine dell’Eurozona così come l’abbiamo conosciuta finora”.