Notizie Notizie Mondo Grafici a confronto: S&P 500 e Dax in valuta e in oro, i trend principali

Grafici a confronto: S&P 500 e Dax in valuta e in oro, i trend principali

9 Aprile 2024 16:33

Sui mercati finanziari la lettura della realtà viene spesso “annullata”. Tra gli esempi più recenti la guerra in Ucraina tutt’altro che conclusa ma anche la guerra in Medio Oriente che ha probabilmente colto di sorpresa per la sua durata, portata e intensità ed è destinata a continuare. In questo scenario, i principali indici di Stati Uniti ed Europa viaggiano non molto distanti dai massimi storici toccati di recente, mentre l’oro ha raggiunto proprio oggi un nuovo record assoluto a 2.384 dollari l’oncia. Ma quanto del rialzo azionario può essere attribuito ai titoli che compongono gli indici e l’oro può essere considerato il bene rifugio per eccellenza in tempi di incertezza?

S&P 500, il confronto tra l’indice in dollari e in oro

Il grafico seguente mette a confronto la crescita dell‘indice S&P 500 (in particolare il future dell’indice americano) dal minimo durante la crisi del Covid-19 fino ad oggi, utilizzando due diverse unità di misura: il dollaro statunitense (in arancione) e l’oro (in blu).

Per l’indice espresso in dollari (in arancione) l’incremento dai minimi del Covid è significativo e supera il 130%. Tuttavia, se confrontiamo la stessa performance in termini di oro, la crescita è addirittura più che dimezzata, attestandosi al 43,8%. “Questa discrepanza evidenzia che una porzione considerevole della crescita della versione ‘in dollari’, potrebbe non riflettere un aumento effettivo del valore delle aziende nell’indice, bensì un deprezzamento del dollaro rispetto all’oro” afferma Davide Biocchi, trader professionista. “In altre parole, la crescita dell’S&P 500 ‘in dollari’ è stata in parte influenzata dall’inflazione del dollaro stesso, cosa che risulta evidente assumendo come parametro l’oro, considerato il bene rifugio per eccellenza in tempi di incertezza e inflazione”.

Inoltre, possiamo notare che l’andamento dell’S&P 500 “in oro” ha replicato molto bene quello dell’S&P 500 “in dollari” fino alla metà di ottobre dello scorso anno e da qui abbiamo assistito a una divergenza che si è accentuata soprattutto dalla seconda parte di marzo fino ad oggi. L’indice “in dollari” ha infatti continuato a salire verso nuovi massimi, mentre l’indice “in oro” ha virato al ribasso.

Dax, il confronto tra l’indice in euro e in oro

Il grafico seguente mette invece a confronto la crescita dell’indice Dax (in particolare il future dell’indice tedesco) dal minimo durante la crisi del Covid-19 fino ad oggi, utilizzando due diverse unità di misura: l’euro (in arancione) e l’oro (in blu).

Per l’indice espresso in euro (in arancione) l’incremento dai minimi del Covid supera il 107%. Tuttavia, se confrontiamo la stessa performance in termini di oro, la crescita è addirittura più che dimezzata, attestandosi al 33,6%. Come spiega Biocchi, “Lo stesso tipo di grafico, mettendo a confronto il Dax in euro con il Dax in oro, dimostra come lo svilimento dell’euro sia ancora più evidente e marcato”.

Anche in questo caso possiamo notare che l’andamento del Dax “in oro” ha replicato molto bene quello del Dax “in euro” fino alla metà di ottobre dello scorso anno e da qui abbiamo assistito a una divergenza che si è accentuata soprattutto dalla seconda parte di marzo fino ad oggi. L’indice “in dollari” ha infatti continuato a salire verso nuovi massimi, mentre l’indice “in oro” ha virato al ribasso.

Il futuro del dollaro Usa

Generalmente, il dollaro statunitense si rivaluta in presenza di due scenari: i periodi di eccezionale crescita dell’economia statunitense e i periodi di recessione durante i quali gli investitori vanno in cerca di porti sicuri. Questo emerge da un’analisi condotta dal team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di JP Morgan Asset Management.

Come si muoverà il dollaro nel secondo trimestre del 2024? Secondo gli esperti di JP Morgan AM, “negli ultimi sei mesi l’economia statunitense si è probabilmente mossa in uno scenario alla Riccioli d’Oro, vale a dire una situazione di atterraggio morbido che vede l’inflazione calare e la crescita mantenersi solida, ancorché lenta rispetto ai livelli eccezionali toccati nel recente passato. In questo contesto, il Dollaro statunitense è andato lentamente svalutandosi. Ci attendiamo che negli Stati Uniti la crescita continui a rallentare gradualmente sotto la pressione del maggior costo del denaro e dell’attenuazione delle forti misure di sostegno fiscale. A differenza degli Stati Uniti, il resto del mondo ha, nella quasi totalità dei casi, vissuto una fase di indebolimento dell’economia, sebbene ora sia pronto a riprendersi. A nostro avviso, l’Europa e l’Asia sono destinate a uscire dalla recessione grazie a un calo dei prezzi energetici e al venir meno dell’impatto della precedente stretta monetaria, che sosterrà le valute di queste regioni nei confronti del Dollaro”.

La posizione che che JP Morgan AM ha sul dollaro può essere rappresentata dalla figura sottostante che mostra il ciclo in atto del biglietto verde.

In ultima analisi, concludono gli analisti di JP Morgan AM, “la performance del biglietto verde dipenderà dalle azioni intraprese dalla Fed e dall’andamento dell’inflazione. Al momento il mercato stima che la Fed procederà a un taglio dei tassi nel corso dell’anno e noi ci aspettiamo che parallelamente il dollaro accusi una flessione. Il principale rischio insito in un simile giudizio è quello di un ‘mancato atterraggio’ e di una costante smentita delle aspettative del mercato in materia di tagli dei tassi, un’eventualità che si verificherebbe se gli Stati Uniti proseguissero nella loro eccezionale traiettoria di crescita economica. Se si manifestasse una congiuntura opposta e si verificasse una recessione, il Dollaro potrebbe non apprezzarsi come è accaduto nei periodi di crisi del passato, poiché ingenerale gli investitori esteri detengono già una quantità significativa di attivi statunitensi”.