Governo M5S-Lega: titoli bancari tramortiti dai sell, pagano esposizione BTP ma non solo
Il forte sell off che ha messo KO gli asset italiani nelle ultime sedute, in particolar modo alla vigilia, non ha certo risparmiato i titoli bancari:
D’altronde la paura è sempre la stessa: le banche italiane detengono in portafoglio debito sovrano italiano per quasi 350 miliardi di euro, il 10% degli asset investiti in media sui titoli di debito pubblici.
Si tratta di una esposizione decisamente più incisiva rispetto alla quota del 3,7% e del 2,2% detenute, stando ai dati di Bloomberg Intelligence, rispettivamente dalla Germania e dalla Francia.
In questo contesto, gli analisti di BI sottolineano che, nonostante le basse valutazioni che detengono rispetto alle altre banche europee, i titoli bancari italiani potrebbero comunque non risultare appetibili agli occhi degli investitori, “a causa della minaccia, che rimane, rappresentata delle politiche fiscali che M5S e Lega vogliono lanciare”.
Minaccia che si è riversata soprattutto sui BTP e di conseguenza sullo spread BTP-Bund. I tassi decennali italiani sono reduci da un balzo che li ha portati al record dal novembre del 2014 e, ai livelli attuali, sono inferiori rispetto ai tassi sui Treasuries Usa di appena 70 punti base.
Ma attenzione anche al trend dei tassi dei bond a due anni che, alla vigilia, hanno riportato il rialzo più forte dall’ottobre del 2014, ovvero in quasi quattro anni.
Di conseguenza, oltre allo spread BTP-Bund a 10 anni, che siamo abituati a monitorare sugli schermi ogni giorno, e che ha sfiorato quota 190 punti, con un rally monstre dell’11%, finisce sotto i riflettori anche il differenziale tra tassi italiani e tedeschi a due anni, che indica praticamente il maggior rischio di breve termine dell’Italia rispetto alla Germania. Questo spread ora oscilla attorno a 90 punti base, quattro volte circa il livello considerato normale.
A questo punto, si può dire che i mercati si sono risvegliati, dopo la lunga parentesi di calma e, secondo la stessa Goldman Sachs, di compiacenza, che hanno vissuto nel periodo post elezioni politiche italiane.
Riguardo a quello che in passato è stato definito abbraccio mortale tra banche italiane e BTP (presenti nei loro bilanci), tra i titoli bancari che sono capitolati nelle ultime ore, a Piazza Affari, si è messo in evidenza, come riporta Reuters, soprattutto quello di Credito Valtellinese. Le quotazioni sono scivolate di oltre -6%.
La perdita non è stata sicuramente un caso, se si considera che Creval è una delle banche italiane quotate in Borsa a detenere la maggiore esposizione ai BTP. in relazione sia al valore totale degli asset che a quello del capitale.
I sell sui titoli bancari si spiegano anche con una disposizione contenuta nel contratto di governo M5S-Lega.
In particolare, il capitolo 5 “Banche per gli investimenti e il risparmio” ha già messo le banche sull’attenti, laddove recita che, “in materia di recupero forzato dei crediti da parte di banche e società finanziarie, intendiamo sopprimere qualunque norma che consenta di poter agire nei confronti dei cittadini debitori senza la preventiva autorizzazione dell’autorità giudiziaria”.
Come ha fatto già notare un articolo di Reuters, la nota non è di facile interpretazione.
Tuttavia, il suo contenuto è stato più che sufficiente a scatenare i timori tra chi opera nel settore recupero crediti. E a chi continua a guardare alla mole di NPL, ergo di crediti deteriorati, che tuttora, nonostante gli indiscutibili miglioramenti, si conferma la spina conficcata nel fianco delle banche italiane.
Se è vero, così come sembra, che il M5S e la Lega vogliono lanciare un iter più soft del recupero forzato dei crediti, tutelando in questo modo i “cittadini debitori”, allora per gli istituti di credito italiani la notizia non è affatto buona, in quanto ciò significa che la maggiore inevitabile difficoltà che incontreranno nel cercare di riavere indietro i soldi prestati aumenterà la probabilità che il carico degli asset non performanti presente nei loro bilanci salga.
Non per niente, tra i titoli bancari affossati dalle perdite, oltre a Creval, si è messa in evidenza anche DoBank, principale società in Italia attiva nel recupero crediti per conto di banche e industrie, che ha visto ieri le quotazioni scendere del 4,5%: perdita che ha portato il trend dell’ultima settimana a una flessione del 20%.