Notizie Notizie Italia Governo cambia, ma UniCredit non dimentica rischio Italia. Avanti con piano subholding tedesca

Governo cambia, ma UniCredit non dimentica rischio Italia. Avanti con piano subholding tedesca

11 Ottobre 2019 10:46

UniCredit ancora sotto i riflettori, stavolta per il piano relativo al lancio di una subholding tedesca in Germania, in cui vengano coinvogliate le attività estere della banca. Piano di cui si era parlato negli stessi giorni in cui l’istituto guidato da Jean Pierre Mustier aveva smobilizzato la quota residua detenuta in Fineco Bank. Il progetto era emerso con un articolo del Sole 24 Ore, agli inizi di luglio.

Il quotidiano di Confindustria aveva riportato indiscrezioni, secondo cui la scatola estera sarebbe stata controllata al 100% dalla holding italiana e che la holding madre sarebbe stata riconfermata a Milano, dove UniCredit avrebbe mantenuto la sede, il quartiere generale e la quotazione del titolo.

Nello spiegare la scelta, l’articolo aveva fatto riferimento al rischio Italia e i costi della raccolta.

La scelta della Germania per la creazione di una subholding non sarebbe stata, infatti, certo casuale. Si tratta infatti di un paese con rating a tripla A, che consente di tagliare il costo della raccolta della banca. Il gruppo (presente in territorio teutonico on la controllata HypoVereinsbank)   potrebbe infatti “emettere debito beneficiando del rating del paese della subholding”, senza sborsare tassi troppo onerosi.

Oggi è sempre Il Sole ad aprire la sezione “Finanza e Mercati” con nuove indiscrezioni sulla subholding tedesca di UniCredit. Il piano della banca viene definito come “piano d’emergenza da usare in caso di crisi dello spread o operazioni straordinarie”.

“A quanto risulta a Il Sole 24 Ore, la banca di piazza Gae Aulenti è oramai pronta a partire con il filing relativo alla creazione di una subholding tedesca in cui conferire tutte le partecipate estere, esclusa l’Italia – si legge nell’articolo – Il processo di interlocuzione con le diverse authority istituzionali (Banca centrale europea e Single resolution board) è oramai avviato a livello informale e il kick-off del progetto, a cui sono stati chiamati a lavorare gli advisor, dovrebbe avvenire in occasione della presentazione del piano industriale, fissato per il 3 dicembre”

Nello specifico, “sotto all’ombrello della divisione estera andrebbero tutte le 13 realtà territoriali estere di UniCredit, le cosiddette ‘operational company’: si va dall’Austria, alla Germania, Russia, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Bulgaria e Turchia”.

Secondo il Sole, UniCredit sarebbe insomma pronta ad avviare il processo autorizzativo. La realizzazione del suo progetto richiederà, un po’ di tempo, visto che la durata del solo processo autorizzativo è di 12-18 mesi.

Dalla decisione della banca, emerge un dato di fatto molto importante:  nonostante il calo dello spread abbia molto migliorato la capacità delle banche italiane di emettere debito senza ricorrere a tassi stratosferici,e a dispetto dell’effetto calmierante che il nuovo governo M5S-PD ha avuto sulla carta italiana, Mustier rimane ben cauto nei confronti del rischio Italia.

Considerato il livello del debito pubblico, un qualsiasi eventuale e nuovo evento straordinario potrebbe, infatti, far risalire tassi e spread: un rischio che UniCredit evidentemente non vuole correre, tanto che il quotidiano spiega la mossa dell’istituto come una “logica di dotarsi di una polizza assicurativa da tenere nel cassetto e da attivare in caso di necessità”. Una polizza che prende la forma, per l’appunto, di una subholding tedesca. E’ vero che, l’effetto Bce e lo smorzasi dei timori sull’Italia hanno comunque fatto scendere, nell’ultimo periodo, i tassi dei bond bancari, tanto che il nuovo bond senior di UniCredit con scadenza al 2025 rende poco più dello 0,50%. Occhio anche al bond Tier decennale che, secondo Equita, è da comprare.

Così la SIM Equita ha commentato oggi le indiscrezioni del Sole sull’intenzione di Mustier & Co. di andare avanti con il progetto della subholding tedesca:

“L’obiettivo sarebbe quello di ottimizzare il costo del funding potendo far leva sul migliore credit rating della Germania. Inoltre UCG potrebbe ottenere benefici indiretti sul costo del funding attraverso la riduzione del requisito MREL che favorisce questo tipo di assetto rispetto a quello attuale (v. single point of entry vs multiple point of entry in caso di risoluzione).

Nelle ultime ore, Unicredit ha fatto parlare di sé anche per la notizia relativa alla decisione del ceo Jean-Pierre Mustier di trasferire il costo pagato alla Bce in termini di tassi negativi anche su alcuni suoi clienti, colpendo i correntisti con depositi al di sopra di 100.000 euro.