Giappone: il futuro (anche sul Nikkei) è dei robot
Sono parecchi i gestori che ritengono che il sell-off sul mercato giapponese cominciato la scorsa estate sia stato esagerato. Secondo il team di Gam sarebbe quindi opportuno osservare più da vicino le società basate in Giappone, in particolare i produttori dei settori robotica e tecnologia, segmenti che stanno traendo vantaggio dall’incremento della domanda proveniente dalle economie emergenti. “A partire dal picco dello scorso agosto, il mercato azionario giapponese ha registrato una marcata incertezza con un crollo dei prezzi particolarmente veloce nelle prime settimane del 2016 – conferma Ernst Glanzmann, responsabile delle strategie azionarie per il Giappone di GAM – Ma dal nostro punto di vista il mood negativo che ruota intorno al Giappone è esagerato. Ed è proprio per questo motivo che adesso conviene guardare più da vicino al mercato azionario nipponico, dato che alcune società continuano a essere ben posizionate per ottenere una crescita al di sopra della media, soprattutto nel campo della robotica e dell’automazione tecnologica”.
Robot economy
Secondo GAM, il potenziale di crescita di entrambi i settori è ancora sottostimato, nonostante le previsioni di crescita si attestino intorno al 10% annuo. “Siamo convinti che le azioni delle società attive nel campo della robotica abbiano in sé il potenziale per superare la performance del mercato nel suo complesso – dice Glanzmann – Il segmento che vedrà la crescita maggiore dovrebbe essere quello dei Mercati Emergenti, Cina in testa, dove ci sono 36 robot ogni 10mila impiegati, contro i 500 della Corea del Sud“. A livello globale, nell’ambito della robotica, il segmento di maggiore importanza è quello dei robot industriali, usati per esempio nella produzione di automobili, di prodotti elettronici e nel settore alimentare. “Il ruolo di leadership settoriale è del Giappone, elemento che rende i titoli giapponesi delle società di produzione e sviluppo di robot estremamente interessanti“, aggiunge Glanzmann. Il ritmo di crescita delle società giapponesi nel campo della robotica si è infatti attestato intorno al 5-6% annuo nel corso dell’ultimo decennio: la sfida sta ora nel mantenere questo trend rispetto alla competizione globale.
Made in Japan
Le innovazioni tecnologiche made in Japan stanno avendo un effetto palla di neve sul cammino dello sviluppo. I sensori, per esempio, sono sempre più potenti e i microprocessori sempre più veloci. Considerando anche la costante crescita nella capacità di trasmissione dei dati, questo ha reso i robot sempre più efficienti, anche in termini di costi, negli ultimi anni. Un esempio è il recente sviluppo, da parte del produttore giapponese Fanuc, di nuovi robot industriali in grado di imparare autonomamente mansioni meccaniche: “Si tratta di robot che usano algoritmi in set di dati per riconoscere degli schemi e agire di conseguenza, con un potenziale incremento del 10% dell’efficienza della produzione industriale“, spiega Glanzmann.
Le automobili del 2020
Un altro tema di rilievo è quello dei veicoli che si guidano da soli. Il governo giapponese sta offrendo incentivi agli sviluppatori e ai produttori con l’obiettivo dichiarato di avere sulle strade di un quartiere di Tokyo solo automobili che si guidano da sole prima delle Olimpiadi del 2020. Nonostante l’iniezione di fondi statali, la vera innovazione potrebbe arrivare solo dal settore privato. “Partecipazioni in società che lavorano allo sviluppo di tecnologie robotiche all’avanguardia e in automobili che si guidano da sole offrono agli investitori la possibilità di cogliere la fase di crescita di questo settore così importante: infatti, un futuro senza robotica, è semplicemente impensabile”, conclude Glanzmann.