Giallo Banca centrale cinese: Malnati, creato per coprire bolla su t-bond lunghi?
Non esiste alcun giallo sulla scomparsa del governatore della Banca centrale cinese e sulla presunta perdita da 430 miliardi di dollari legata agli investimenti in titoli del Tesoro Usa. Ne è convinto Roberto Malnati, direttore della società di gestione patrimoniale Global Opportunity Investments e gestore di CB Accent Asian Century, intervistato questa mattina da Finanza.com, a seguito delle voci circolate a Hong Kong e presto diffuse oltre i confini cinesi sulla fuga in America di Zhou Xiaochuan, il numero uno della Banca del Popolo della Cina. Secondo le indiscrezioni, Zhou avrebbe lasciato la Cina per evitare punizioni da parte del governo visto il rosso sui conti dell’istituto.
Una ipotesi che non regge, secondo Malnati, che invita ad analizzare l’andamento recente degli investimenti in titoli di Stato. ” Zhou Xiaochuan è un ingegnere, non un banchiere d’affari e segue le direttive del Partito. La perdita nei conti della Banca può esistere ma è improbabile che sia dovuta ai titoli di stato USA, dato che da aprile sino ad oggi i trentennali si sono apprezzati di oltre il 20%, bensì ai derivati, ossia alla copertura che i cinesi hanno probabilmente deciso di attuare per difendere i propri investimenti in obbligazioni, nel caso di una crisi debitoria Usa”, ha spiegato l’esperto. Dunque, in parole povere, la perdita da 430 miliardi di dollari potrebbe anche esistere ma sarebbe soltanto teorica, in quanto potrebbe, se venissero rinnovate le coperture sino alla scadenza dei titoli di Stato, o in presenza di un repentino rialzo dei rendimenti, diventare un utile di uguali proporzioni.
E allora perchè queste voci? La ragione plausibile sarebbe una sola: “Sono voci per coprire la bolla in formazione sui titoli di Stato di lunga durata”, ha rivelato Malnati. Secondo lui, i T-bond attualmente sono quotati ad un prezzo insostenibile nel lungo periodo, rispetto al rendimento atteso. Con il perdurare tendenziale del trend rialzista delle quotazioni, il rendimento continuerebbe a ridursi di questo passo, per paradosso, fino allo 0%.
Nonostante questo aspetto, oggi molti fondi li comprano, evitando la copertura in derivati che rappresenta di fatto un costo. Ed è proprio questo che, mettendo in circolazione questa voce, si vorrebbe: ossia, che anche la Cina, che è il maggiore sottoscrittore di titoli del debito pubblico americano, continuasse a comperare i titoli di Stato Usa in presenza di rendimenti decrescenti e senza copertura. E la Cina è da qualche mese che lascia che sia la Fed a comprare i titoli di Stato americani.