Notizie Notizie Mondo Gestori fondi: tutte le scommesse long e short

Gestori fondi: tutte le scommesse long e short

Pubblicato 16 Maggio 2023 Aggiornato 17 Maggio 2023 05:38

Il sentiment dei gestori dei fondi non è stato mai così bearish. E’ quanto è emerso dal sondaggio stilato da Bank of America, i cui esiti sono stati riportati da un articolo di Bloomberg.

Dal sondaggio è risultato che il 65% circa degli interpellati dal colosso bancario americano ha detto di prevedere una economia più debole.

La buona notizia è che, di questa percentuale, due terzi degli investitori hanno dichiarato di stimare un soft landing, dunque un atterraggio morbido per l’economia degli Stati Uniti, accompagnato da una contrazione solo lieve degli utili.

Riguardo all’esposizione, quella verso il cash è salita al 5,6% nel mese di maggio.

Ad aumentare è stata anche l’esposizione verso l’azionario, balzata al record dall’inizio di questo anno.

Un record ancora più forte è stato messo a segno dalle allocazioni verso l’obbligazionario, volate al valore più alto, secondo le rilevazioni di Bank of America, dal 2009.

Gestori fondi: il flight to safety premia l’hi-tech

Tra i titoli azionari privilegiati dai gestori dei fondi, si sono messi in evidenza quelli tecnologici:

in questo caso l’esposizione è cresciuta negli ultimi due mesi al ritmo più forte dalla crisi finanziaria globale, al punto che, come sottolinea l’articolo di Bloomberg, in questo nuovo fenomeno del “flight to safety” tutto hi-tech, l’essere long sul tech è diventata la scelta di trading più diffusa.

Il sondaggio di Bank of America è stato condotto nei giorni compresi tra il 5 e l’11 maggio: interpellati, in tutto, 251 gestori di fondi, responsabili di una gestione di asset di un valore complessivo di 666 miliardi di dollari.

Dal sondaggio sono emersi anche i seguenti dettagli:

  • I gestori dei fondi hanno inaugurato la rotazione più imponente dal dicembre del 2021 dai settori delle commodities e delle utilities ai titoli tecnologici. Una rotazione si è verificata da questi due comparti anche a favore, in generale, dei titoli azionari dell’area euro.
  • I gestori non sono mai stati così long sulle azioni growth rispetto alle azioni value dal luglio del 2020.
  • Dal settembre del 2020, gli investitori avevano detto inoltre soltanto due volte di ritenere che le azioni growth avrebbero riportato una performance migliore di quelle value.

Oltre a essere long sui titoli tecnologici, le altre operazioni di trading più popolari tra i gestori dei fondi sono state, tra le tante, shortare le banche Usa, shortare il dollaro Usa, essere long sulle azioni europee, essere long sui T-bull e anche sulle azioni cinesi.

Credit crunch e recessione in cima alla lista delle paure

Riguardo ai rischi, quelli che fanno più paura ai gestori sono il credit crunch – con le banche che, a seguito della crisi ancora in corso – stanno chiudendo ulteriormente i rubinetti del credito alle imprese e alle famiglie – e l’avvento di una recessione globale.

Seguono il timore che l’elevato livello dell’inflazione costringa le banche centrali a rimanere hawkish, e dunque ad alzare ulteriormente i tassi, il peggioramento del quadro geopolitico e il verificarsi di un evento sistemico relativo al credito.

E ancora, dal sondaggio di Bank of America è risultato che la percentuale dei gestori che prevedono che la soluzione spinosa del tetto sul debito degli Stati Uniti venga risolta prima della data X, ovvero prima del 1° giugno, è scesa dall’80% di aprile al 71% di maggio.

Market Flash Kairos: il caso Apple

Il sentiment presentato dal sondaggio di BofA è emerso anche dal Market Flash della giornata di oggi, martedì 16 maggio, di Alberto Tocchio, Head of European Equity and Thematics di Kairos Partners SGR.

Così Tocchio, nel commentare l’attualità dei mercati:

“È da alcune settimane che abbiamo mostrato un certo scetticismo sugli indici azionari e si sta sempre più creando una spaccatura netta tra pochi titoli a grossissima capitalizzazione, che beneficiano di flussi più difensivi in un mondo spaventato dalla crescita, con una importante componente tecnologica e di intelligenza artificiale che giustifica anche da sola tali acquisti, e il resto del mercato”.

Il responsabile della divisione di equity europeo di Kairos ha fatto notare, di fatto, che “i primi cinque nomi in ordine di peso sull’indice SPX sono saliti in aggregato del 30% contribuendo per l’80% del rialzo dell’indice stesso e Apple ha appena superato per capitalizzazione quella dell’intero indice Russell 2000 che rappresenta le small cap americane”.

In particolare, “Apple è salita di oltre il 30% da inizio anno, l’indice delle small cap è leggermente negativo da inizio anno dopo avere perso il 13% da febbraio. Non è più una novità questa situazione e non è per forza negativa – ha aggiunto Tocchio – ma è sicuramente molto raro vedere quanta poca partecipazione ci sia al rialzo, quella misura di breath che gli analisti tecnici in passato guardavano come vero indicatore di acquisto che continua a stentare a decollare”.

Vale la pena ricordare a tal proposito la trimestrale di Apple, che è riuscita in qualche modo a battere la crisi, al punto che il colosso di Cupertino è riuscito a incassare anche vendite di iPhone a livelli record.