Germania medita il ‘budget ombra’ anti-recessione, la reazione di Bund ed euro
La Germania starebbe considerando di creare un “budget ombra” per aggirare i limiti costituzionali e aumentare gli investimenti pubblici. L’indiscrezione lanciata ieri dall’agenzia Reuters ha subito scosso il mercato con un corposo sell-off sui Bund e in generale sui titoli di Stato europei, Btp compresi. Movimento che non ha scaldato eccessivamente le Borse, ma è stato apprezzato dal settore bancario con rialzi consistenti delle big del settore. “L’effetto principale della notizia è stato di aumentare la pressione al rialzo sui tassi tedeschi ed in generale quelli Eurozone, con ulteriore beneficio per il settore bancario europeo, e l’euro“, argomenta Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr.
L’idea sarebbe di creare entità pubbliche indipendenti il cui debito non sia conteggiato con le regole tedesche, ma sotto quelle più indulgenti del Patto di stabilità e crescita dell’Unione europea. Tali entità pubbliche indipendenti usufruirebbero di finanziamenti a costo zero in modo da fare nuovo debito finalizzato ad aumentare gli investimenti in infrastrutture e protezione ambientale.
“È da qualche settimana che circolano ormai rumor di possibili nuovi investimenti tedeschi per far fronte alla debolezza economica, ed anche la futura governatrice della BCE, Christine Lagarde, ha esortato di recente i Paesi con margini di manovra fiscale a implementare piani di investimento”, sottolineano gli esperti di MPS Capital Services rimarcando come il movimento al rialzo sui tassi governativi che ha agito da driver per una divergenza di performance tra i settori. “Sia in Europa che negli USA tra i titoli migliori troviamo i bancari, che tipicamente beneficiano di tassi più alti. Brillante anche il comparto auto. Tra i peggiori figurano invece titoli ad alto dividendo o alto indebitamento, come l’healthcare, le utility e gli alimentari”.
Nelle scorse settimane era circolata l’ipotesi di un piano di investimenti da 50 miliardi di euro anti-recessione che Berlino starebbe valutando e che avrebbe ripercussioni positive anche sull’economia italiana.
Recessione incombe, Berlino costretta ad agire
La Germania risulta sull’orlo della recessione dopo il PIL sotto zero nel secondo trimestre (-0,1% t/t) e la raffica di dati negativi da produzione industriale e fiducia imprese. La guerra commerciale si fa sentire sulla locomotiva tedesca, in particolare pesa il rallentamento della domanda di auto dalla Cina. Nel 2018, le vendite di veicoli in Cina sono diminuite di circa il 3% su base annua, mentre le vendite di autovetture sono diminuite di oltre il 4% su base annua, il primo calo in oltre vent’anni.
Dalla fine della recessione del 2008/2009, l’economia è cresciuta in media dello 0,5% ogni trimestre. L’economia è cresciuta in 35 degli ultimi 40 trimestri. Tuttavia, sotto la superficie di questi impressionanti numeri , sta emergendo una tendenza preoccupante. Dal 3° trimestre 2018, l’economia è stata di fatto una stagnazione, con una crescita del PIL trimestrale in media dello zero per cento. “Inevitabilmente, la discussione sugli stimoli fiscali diventerà sempre più accesa”, rimarca Carsten Brzeski, capo economista di ING Germany.