Bond sotto zero, corsa folle come in bolla internet del 1999. Ma gli acquisti a tassi negativi hanno una spiegazione
Vuoi per l’escalation di tensioni tra USA e Cina, vuoi per l’economia che non smette di mostrare segni di rallentamento, il mercato si è rifugiato nei titoli obbligazionari a tassi negativi. Nonostante le performance dell’equity da inizio anno siano particolarmente positive, in molti casi l’asset class obbligazionaria su scadenze lunghe ha fatto addirittura meglio, spingendo i tassi a livelli davvero minimi. La domanda che ci si pone è com’è possibile che un investitore accetti di pagare per, di fatto, prestare denaro. Notz Stucki, società di investimento ginevrina fondata nel 1964, spiega come smaltire i titoli obbligazionari in portafogli e riposizionarsi per fine anno.
Degli 8,18 trilioni di euro di titoli di stato della zona euro, ben 5,6 trilioni di euro – ossia quasi il 69% del totale – hanno un rendimento negativo, il più alto mai registrato (dati Tradeweb). All’inizio del 2019, erano meno del 40% i titoli di stato con rendimenti negativi. Inoltre quasi la metà delle obbligazioni societarie denominate in euro presentano rendimenti negativi.
Bond: oggi come la bolla tecnologica del 1999
Secondo gli esperti oggi si sta per un certo verso ripresentando la stessa situazione che portò alla bolla tecnologica del 1999. All’epoca, nonostante i “folli” prezzi di mercato e le valutazioni ai massimi storici, gli investitori continuavano a comprare titoli tecnologici pur essendo consapevoli del fatto che non fosse il momento migliore, sperando poi di cogliere i momenti in cui i prezzi sono ai minimi per comprare, per poi vendere quando sono ai massimi. Quello che sta accadendo oggi sul comparto obbligazionario non è tanto diverso, anzi, è peggio dicono gli esperti. Gli investitori sono ben consapevoli del fatto che portando a scadenza i titoli a tassi negativi il loro patrimonio investito si riduce, mentre nel 1999 potevano almeno sperare che i prezzi delle azioni sopravvalutate delle società tecnologiche potessero essere ulteriormente spinti oltre grazie ad un’acquisizione strategica. In questo momento il mercato potrebbe essere fortemente convinto che nel prossimo futuro inizierà una fase di recessione economica, pertanto si rifugia nei bond a tassi negativi, continuando a spingere verso l’alto la performance del comparto obbligazionario.
Come gestire i bond a tassi negativi
Considerando che oggi ci sono sempre più investitori che hanno a che fare con bond a tassi negativi, gli esperti spiegano come dovrebbero essere gestiti all’interno di un portafoglio distinguendo tra chi ancora non ha questi bond e chi invece ha già iniziato a ridurre l’esposizione. Per i primi, i “coraggiosi” che ancora ce li hanno, il consiglio è vendere. Ridurre l’esposizione adesso – continuano gli esperti – potrebbe anche permettere di portare a casa i profitti conseguiti in caso di performance positive. Per o secondi invece è importante focalizzarsi su titoli azionari di business solidi, capaci di generare profitti nel lungo periodo, incrementare i ricavi, investire in modo opportuno per espandersi e che abbiano al tempo stesso delle valutazioni ragionevoli in termini di rapporto tra prezzi e utili. E dopo aver smaltito i titoli poco redditizi, continuano gli esperti, non resta che passare all’ottimizzazione del portafoglio. Nonostante il clima di tensione attuale, esistono sempre delle opportunità per ottenere performance e al tempo stesso proteggersi dai rischi. Il che significa non solo posizionarsi in modo opportuno in termini di asset allocation, ma anche in termini di selezione dello strumento di investimento da inserire nel portafoglio.