GAM: “Buon punto d’ingresso per il settore delle small and mid-cap europee”
Negli ultimi cinque anni le le small e mid-cap europee hanno registrato guadagni del 13% annuo (MSCI Europe Small-Cap aggiornato al 31 dicembre 2015) sovraperformando le società a più grande capitalizzazione di circa 500 punti base. Questi forti guadagni, durati fino al maggio 2015, hanno poi iniziato a indebolirsi insieme alle preoccupazioni sullo stato di salute dell’economia globale e al sentiment degli investitori.
Valutazioni eccessive
Guardando alle valutazioni, appare evidente che la performance ha avuto luogo senza che le corrispondesse una crescita degli utili societari, rimasti nel complesso piatti. “Gli investitori si sono concentrati sulla crescita dei ricavi e sulla crescita dell’EPS (utili per azioni), che può spesso essere trovata nelle piccole e medie società con una capitalizzazione di mercato inferiore a 5 miliardi di euro – spiega Guido Marveggio, responsabile delle strategie azionarie per le small e mid-cap europee di GAM – Per queste caratteristiche favorevoli, gli investitori erano disposti a pagare di più in termini di valutazioni“.
Bilanci positivi
Verso la fine del 2015 le aspettative di crescita dell’EPS per il 2016 erano comprese tra il 6 e l’8% per il mercato europeo nel complesso, ma ora sono scese tra l’1% e il 3%. Il rapporto price-to-book è ora ragionevole, ma non del tutto a buon mercato. “Anche se questi numeri non sono del tutto stimolanti siamo convinti che gli investitori debbano mantenere un’esposizione verso il segmento delle small and mid-cap”, dice Marveggio. Le ragioni? Il rapporto indebitamento finanziario netto/Ebitda è attualmente a 1,5 volte, rispetto al picco storico di 1,9. E l’Ebitda è ancora significativamente inferiore rispetto al massimo raggiunto nel 2007. Nel frattempo, continua l’analista di GAM, circa il 33% delle società europee più piccole hanno una cassa positiva nei bilanci, una percentuale superiore a quella registrata nel segmento delle large-cap (solo il 18%). “In teoria, se le small/mid-cap cominciassero nuovamente a utilizzare la leva finanziaria fino ai livelli del massimo storico potremmo assistere a una remunerazione degli azionisti molto più alta – aggiunge Marveggio – E, nel difficile contesto attuale, i bilanci sani aiuteranno l’asset class“.
Scudo anti-ciclico
Il segmento è però poco ricercato, in particolare nell’area al di sotto di 1 miliardo di euro di capitalizzazione e, nonostante molte società continuino a mostrare una crescita sia dei ricavi sia degli utili, il sentiment è attualmente molto negativo. “Questo fattore potrebbe rappresentare un buon punto d’ingresso in un’ottica anti-ciclica – spiega Marveggio – Il settore offre infatti accesso al mercato domestico europeo e le questioni politiche, come per esempio le preoccupazioni dell’Eurozona, lo hanno frenato a intermittenza negli ultimi anni. Qualora le incertezze dovessero diminuire, questo sarebbe un fattore di sostegno al miglioramento del sentiment di mercato“.