Notizie Valute e materie prime FXCM: “Draghi ha messo in campo tutto quello che poteva utilizzare, forse troppo”

FXCM: “Draghi ha messo in campo tutto quello che poteva utilizzare, forse troppo”

11 Marzo 2016 07:47
Né il quantitative easing, ovvero l’acquisto di Titoli di Stato da parte della Bce, né i tassi negativi hanno finora favorito la crescita reale dell’Eurozona. Ma Mario Draghi vi ha fatto ricorso un’altra volta ieri iniettando nuova droga nei mercati. Il tossicodipendente ovviamente è l’Europa, che per molti analisti dovrebbe cominciare a ripulirsi: ovvero dovrebbe pensare a nuove soluzioni per la crescita. “Draghi ha messo in campo tutto quello che poteva utilizzare, forse troppo se concentrato in un’unica decisione, tanto da aver trasmesso al mercato l’idea che ulteriori interventi da parte della BCE possano risultare, se non inverosimili, quanto meno potenzialmente inefficaci sia dal punto di vista di trasmissione degli effetti all’economia reale, sia soprattutto a livello di quotazione dell’euro“, è il commento di  Matteo Paganini, Chief Analyst di FXCM Italia. Che aggiunge: “In più, le porte per ulteriori tagli di tassi sono state lasciate aperte, pur essendo passato il concetto che i livelli attuali possano essere sufficienti”. La reazione delle Borse sembra confermare queste perplessità, e infatti, dopo i festeggiamenti iniziali, hanno registrato una brusca inversione di tendenza, a testimonianza del fatto che i mercati potrebbero dare più importanza ai dati e alla situazione economica reale, piuttosto che alla liquidità immessa nel sistema.

Volatilità contro inflazione

Nel pacchetto di decisioni prese dal Consiglio direttivo della Bce, oltre a una riduzione dei tassi, c’è  un nuovo programma (TLTRO II) grazie al quale la Bce presterà liquidità illimitata alle banche, purché la riutilizzino per finanziare l’economia reale, e un aumento degli acquisti mensili di titoli a quota 80 miliardi, nonché la possibilità di comprare titoli di debito anche di società non finanziarie, purché con rating investment grade. “Si tratta di un salto logico di politica monetaria – è il commento di Luca Noto, Senior Portfolio Manager Obbligazionario di Anima SGR –  è in atto un radicale processo di cambiamento dell’attenzione dai tassi di interesse – ritenuti ormai quasi a fine corsa – verso strumenti che mirano a favorire direttamente il meccanismo di trasmissione della politica monetaria“. Secondo Noto, i pochi dettagli sul programma di acquisto di titoli del debito privato lasciano intendere la volontà del Consiglio Direttivo di favorire le condizioni finanziarie domestiche, rispetto all’utilizzo del tasso di cambio come fattore di impulso all’inflazione. “Per quanto ciò possa distendere le relazioni internazionali fra le Banche centrali, ciò potrebbe anche introdurre un ulteriore fattore di volatilità nel mercato delle valute nell’arco dei prossimi mesi“, spiega Noto.

Occasioni sul mercato valutario

I tassi rimarranno quindi bassi per un periodo di tempo esteso almeno fino al termine degli acquisti di asset, prorogato fino a marzo 2017. “Così facendo – dice Paganini – il mercato sa che i tassi potrebbero rimanere effettivamente bassi sulla parte lunga della curva, con tassi in Usa che potrebbero essere rialzati soltanto a partire da questa estate in avanti, offrendo così un differenziale interessante che potrebbe portare guadagni a chi decidesse di muoversi sul mercato valutario acquistando dollari“. Un dollaro che sta vincendo, nel medio periodo, la sua battaglia a livello di debolezza contro l’euro. In sintesi, dice Paganini, far scendere il dollaro contro l’euro sembra una buona idea per tutti, con l’euro che potrebbe tornare verso area 1.0500/1.0800 dopo eventuali tenute di resistenze passanti tra 1.1500 e 1.1750. “Assisteremmo, dunque, a un euro che non si indebolirebbe troppo e a un biglietto verde che non salirebbe in maniera univoca”, dice Paganini. Che conclude: “La parità sarebbe deleteria adesso soprattutto per i costi di approvvigionamento e metterebbe in difficoltà gli Stati Uniti, in rallentamento“.