Notizie Valute e materie prime Candriam: “Bene rifugio? Un mito da sfatare. Ma l’oro torna a sedurre gli investitori”

Candriam: “Bene rifugio? Un mito da sfatare. Ma l’oro torna a sedurre gli investitori”

7 Marzo 2016 08:14
L’oro torna a sedurre gli investitori. Il 4 marzo veniva scambiato a 1.260 dollari l’oncia, un livello inferiore del 34,4% rispetto al record storico segnato il 6 settembre 2011 a quota 1.921 dollari. È una ragione sufficiente per scommettere ancora sul metallo giallo? E, soprattutto, saprà proteggere i portafogli dall’imprevedibilità dei mercati azionari? “Il primo fattore da esaminare, e anche il più affidabile, sono i tassi d’interesse reali americani: l’oro è infatti inversamente correlato a questo indicatore, e lo è in modo relativamente stabile nel tempo – spiega Nadège Dufossé, Head of Asset Allocation di Candriam Investors Group – Avendo tali tassi registrato una leggera diminuzione da inizio anno, hanno svolto bene il proprio ruolo di sostegno al prezzo dell’oro”.
Tassi Usa

Ma affinché i tassi mantengano la tendenza ribassista, l’economia americana dovrebbe entrare in un periodo di recessione, scenario che non si può escludere, ma che non è secondo Candriam il più probabile. “Prevediamo piuttosto una ripresa. E il prezzo dell’oro non dovrebbe quindi più beneficiare di alcun sostegno”, dice Dufossé. Che però aggiunge: “Il rischio che esso crolli, tuttavia, è ugualmente limitato. Perché ciò si verifichi, sarebbe necessario un forte rialzo dei tassi di interesse americani. E questo supporrebbe un’economia che giri a pieno regime, scenario che attualmente non è preannunciato dai mercati“.
Dollaro

Un secondo fattore chiave per il futuro dell’oro è l’evoluzione del dollaro: alla forza della valuta americana è generalmente associata alla debolezza dell’oro e viceversa. “Se, come prevede il nostro scenario di base, la valuta americana si stabilizzerà nel 2016, questa evoluzione non dovrebbe avere alcun impatto sul prezzo del metallo prezioso – dice Dufossé – Ciò detto, poiché l’evoluzione della valuta Usa dipende innanzitutto da quella dei tassi reali, ritorniamo al nostro primo fattore determinante, cioè i tassi“.
Mercati azionari

L’oro è considerato il bene rifugio per eccellenza nei periodi di crisi. In realtà, questo è vero solo in parte. Durante tutta la recente fase di ribasso del prezzo dell’oro, l’Europa ha conosciuto alcune fasi di grave crisi che non hanno però avuto effetti di rilievo sull’evoluzione del metallo prezioso. E’ stato il caso, per esempio, della crisi greca. “Solo quando le incertezze geopolitiche si ripercuotono sui mercati azionari, trascinandoli in una fase di correzione, l’oro gioca un ruolo di protezione – dice Dufossé – contrariamente agli asset rischiosi, esso rimane stabile o registra un leggero rialzo. È ciò che osserviamo in questo inizio di 2016. Ma tale effetto è generalmente temporaneo e non si riscontra in tutte le crisi”.

Materie prime

Nel settore delle materie prime, il rapporto tra domanda e offerta è generalmente un indicatore importante per le prospettive di evoluzione dei prezzi. Ma per l’oro l’impatto di questo rapporto è marginale, perché la produzione non rappresenta che una piccola frazione delle riserve auree disponibili nel mondo: secondo il World Gold Council queste riserve ammontavano a 183.600 tonnellate alla fine del 2014, quando la produzione è stata pari a 4.400 tonnellate (4.258 tonnellate nel 2015). Per il 2016, le previsioni fanno affidamento su una produzione stabile. “A più lungo termine, alcuni analisti contano su una tendenza al ribasso della capacità di produzione, ma si tratta di un fattore molto marginale dell’evoluzione dei prezzi“, aggiunge Dufossé.
Domanda in aumento

Quanto alla domanda, è rimasta praticamente invariata tra il 2014 e il 2015, pur avendo registrato un rialzo del 4% nel IV trimestre 2015, supportato da un aumento della domanda da parte delle Banche Centrali e degli investitori. Questi ultimi giocano un ruolo sempre più importante, in particolare da quando sono stati creati gli ETP sull’oro. “Si acquista e si vende l’oro in base al «feeling» che si prova – spiega Dufossé. Che conclude: “Poiché la creazione di ETP sull’oro comporta automaticamente un acquisto di metallo nobile, si crea una spirale al rialzo o, nel caso contrario, al ribasso”.