La Francia manda Sarkozy e Royal al ballottaggio
Con un’affluenza alle urne ai massimi storici i francesi si sono recati a votare per l’elezione del presidente della Repubblica. L’85% dei cittadini dell’Ottagono si è stretta attorno al proprio Paese che non attraversa uno dei periodi più brillanti della sua storia, e hanno scelto di mandare al ballottaggio del prossimo 6 maggio, Nicolas Sarkozy e Ségolène Royal, il neogollista e la socialista.
Una sfida classica, che però non ci fu cinque anni fa, alle politiche dell’aprile 2002 quando l’affluenza alle urne fu molto bassa e al ballottaggio riuscì ad accedere a sorpresa Jean Marie Le Pen, il candidato di estrema destra. Non fu però solo grazie alla diserzione al voto che Le Pen riuscì a giungere al ballottaggio. Dietro di lui si nascondevano i segnali di scontento che attraversano tutt’oggi la società francese. La disoccupazione preoccupa, le tensioni manifestatesi nelle periferie delle grandi città hanno messo in serio dubbio la capacità dello Stato di far sentire tutti francesi, tutti uniti e stretti attorno all’Eliseo. Ma questa volta il voto non è stato di protesta, piuttosto di unità. Chi con Royal, chi con Sarkozy, chi con Bayrou, il candidato di centro che ha rischiato di inserirsi a sorpresa tra i primi due contendenti, i francesi hanno fatto sapere di voler voltare pagina, rimboccarsi le maniche, riportare una Francia un po’ appannata al ruolo che le spetta sullo scenario mondiale ed europeo.
Il favorito per la vittoria finale è sicuramente il candidato neogollista Nicolas Sarkozy, leader dell’Ump, che ha raccolto il 30% dei voti ed è accreditato di un 54% al ballottaggio secondo gli ultimi sondaggi. Ségolène Royal, il candidato socialista non è però lontano. Al primo turno è stato scelto dal 25% dei votanti e l’ultimo sondaggio lo accredita del 46% delle preferenze. A fare da ago della bilancia saranno i voti andati agli altri candidati. Al centrista Francois Bayrou che ha terminato la sua incredibile rincorsa al 18% e alla delusa destra di Jean Marie Le Pen, ferma a uno zoccolo duro dell’11%.
Chiunque sarà a prevalere nella sfida finale, la sensazione è che la Francia dei Mitterand, degli Chirac sia già bianco e nero, appartenga al passato, alla storia. Perchè i due nuovi entranti sono molto diversi dai predecessori, non solo nell’età anagrafica ma anche nelle idee e nei modi di presentarle all’elettorato. I mercati azionati saranno più contenti se verrà eletto Sarkozy, ma i cittadini francesi penseranno piuttosto a scegliere tra il liberismo, la fermezza contro l’immigrazione illegale, la riduzione delle tasse e le riforme “pacate” di Nikolas e la politica “familiare”, l’attenzione all’educazione e alle scuole, il giro di vite contro la crimilnalità di Segolene, una donna in piena corsa per l’Eliseo, un altro segnale che la Francia è sulla soglia di una nuova Repubblica.