Forex: l’inflazione europea ai massimi da due anni sostiene la moneta unica
Dopo la mezza delusione che ha fatto da corollario alla pubblicazione dei dati relativi l’andamento del mercato del lavoro tedesco, il dato sull’inflazione di Eurolandia torna a sostenere la moneta unica. Nonostante a dicembre il tasso di disoccupazione della prima economia europea si sia confermato al 7,5%, nell’ultimo scorcio di 2010, per la prima volta in quasi un anno e mezzo, è tornato a crescere il numero dei disoccupati, saliti di 3.000 unità a 3,15 milioni (consenso -15 mila). Il dato sconta le condizioni climatiche, che hanno fiaccato le assunzioni nel settore edile.
Ma come detto la moneta unica, che scambia a ridosso di 1,34 dollari (1,3395, +0,3%) e 110,06 yen (+0,9%), sta beneficiando, oltre che della voglia di rischio degli operatori anche delle indicazioni arrivate dalla stima sull’andamento dell’inflazione nella Zona Euro a dicembre, salita del 2,2%, ai massimi da due anni e di 20 punti base sopra le attese. Il dato si pone al di sopra del 2% stimato dagli analisti e fissato come target dalla Bce, che a questo punto potrebbe riprendere con decisione le procedure di exit strategy.
La moneta unica perde invece terreno contro la sterlina, a 0,8570 pound, che può contare sul sostegno assicurato dal Pmi manifatturiero di dicembre, che come del resto il dato europeo e quello statunitense, salendo a 58,3 punti ha battuto le attese, orientate per un calo a 57,2 punti. La divisa d’Oltremanica guadagna terreno anche contro la divisa statunitense, con il cable che sale a 1,5627 dollari, e quella nipponica, a 128,4 yen.
Prese di beneficio invece sul dollaro australiano, che dopo aver beneficiato del buon inizio d’anno dei listini azionari oggi risente del calo di 1,3 punti dell’indice del settore manifatturiero, sceso a 46,3 punti a dicembre a causa della debole domanda interna. L’aussie quota 1,0094 dollari statunitensi (-0,7%) e 1,3267 nell’eur/aud (+1%).
In arrivo nel pomeriggio i dati statunitensi relativi le vendite dettaglio Redbook nella prima settimana di gennaio e gli ordini alle imprese di novembre (consenso -0,1% m/m). In serata appuntamento con i verbali dell’ultima riunione del Fomc, il braccio operativo della Federal Reserve.