Si risveglia l’inflazione in Europa, neanche l’Italia è immune ma agli economisti non fa paura
Suona un campanello d’allarme in Europa. L’inflazione è in crescita a dicembre nei Paesi dell’eurozona. Secondo la stima flash diffusa da Eurostat per il mese scorso il tasso di inflazione annuo è previsto del +2,2%, in aumento rispetto all’1,9% di novembre. E’ stata superata la linea Maginot, ma nessuno grida, ancora, allo scandalo. Eppure il tasso di inflazione non superava il 2%, ossia il livello di riferimento della Bce, dal novembre 2008 quando si era attestata al 2,1%. Per avere il dato finale bisognerà aspettare una decina di giorni: sarà pubblicato il prossimo 14 gennaio.
La Banca centrale potrebbe quindi ritrovarsi con un problema in più quest’anno: l’inflazione complessiva in Eurolandia potrebbe superare il famoso tetto del 2% e magari come suggeriscono le stime uscite dal cappello dell’Eurostat stamattina anche andare oltre. Uno scenario che secondo gli economisti contattati da Finanza.com non farà cambiare la strategia di gioco a Francoforte. Almeno nel breve termine. Il motivo è evidente. Niente immediato irrigidimento della politica monetaria perché incombe la crisi del debito nel Vecchio Continente e soprattutto perché all’Eurotower guardano all’andamento dell’inflazione nel medio termine, in particolare a quella di base strettamente controllabile con la politica monetaria.
Però di certo Trichet&Co. stanno seguendo da vicino gli eventuali effetti indiretti di queste pressioni inflazionistiche, nell’attuale fragile ripresa dell’economia. “Il dato è molto al di sopra delle attese di mercato, principalmente dovuto al rialzo delle materie prime. E’ quello che ci si aspettava nelle nostre idee. Questo movimento dovrebbe continuare nei primi mesi del 2011”, osserva Carmela Pace di Mps. “Se l’inflazione si confermerà sopra il 2% quest’anno non è escluso che la Bce possa ricorrere ad un aumento dei tassi di interesse a partire dalla fine del secondo trimestre 2011 nell’ordine di 25 punti base per garantire quella stabilità dei prezzi che è diventata la sua bandiera”.
“L’accelerazione dell’inflazione al 2,2% è leggermente sopra le nostre aspettative, ma avevamo avvertito dei rischi al rialzo dopo aver osservato il dato tedesco e quello spagnolo”, osserva Chiara Corsa, economista di UniCredit Research. “Quindi il dato dell’inflazione di questa mattina non è una particolare sorpresa per noi: tra i driver che hanno portato a questa accelarazione ci sono la componente food e quella dell’energy – prosegue l’esperta.