Fondo salva-Stati ESM, Regling ha fiducia in Italia su gestione NPL e debito
Prova di fiducia nei confronti dell’Italia da Klaus Regling, numero uno del Fondo Salva Stati ESM (Meccanismo europeo di stabilità), dopo i moniti più o meno velati con cui l’Fmi ha chiesto al paese maggiori sforzi nello smaltimento delle sofferenze bancarie. E, soprattutto, dopo le nuove disposizioni della Bce in materia di NPL che, secondo diversi rappresentanti delle istituzioni italiane, rischierebbe di mandare all’aria i progressi che le banche hanno compiuto nelle loro operazioni di pulizia di bilanci. Con il grave effetto collaterale di frenare anche l’erogazione del credito alle PMI.
Per Regling, l’Italia è capace di gestire non solo il problema degli NPL delle banche, ma anche il nodo del debito.
Intervenuto al Peterson Institute for International Economics a Washington, su quest’ultimo fronte il funzionario ha precisato che “dipende da chi c’è in carica e da chi sarà al governo“, dopo le elezioni politiche del prossimo anno.
In ogni caso, “l’Italia sta avendo successo nel gestire l’eredità della crisi“.
Sulla questione delle sofferenze bancarie, “dalla scorsa primavera a oggi l’Italia ha assistito a una flessione del 15% dei crediti deteriorati” grazie – ha rimarcato – anche alla gestione della crisi delle banche venete, Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
Regling si è detto inoltre d’accordo con un’analisi stilata da Jeromin Zettelmeyer, Senior Fellow al Peterson, secondo cui sarà difficile che un rialzo dei tassi di interesse renda insostenibile il debito italiano.
Per Zettelmeyer una crisi del debito italiana è improbabile e in ogni caso potrebbe essere gestita dal programma dell’ESM, senza che si ricorra a una ristrutturazione del debito.
In generale, nel discorso proferito al Peterson Institute, riferendosi alle sfide che incombono sul settore finanziario, Regling ha fatto notare con il suo discorso che “il sistema, ora, è molto più sicuro”, con i capitali che sono raddoppiati e la redditività che sta tornando, sebbene a livelli ancora inferiori a quelli degli Stati Uniti”.