Fmi auspica sforzo su NPL. Banche italiane, Cottarelli: calo sofferenze adeguato, ne parlerò con Bce
Piazza Affari recupera con le banche, in concomitanza con la pubblicazione del Global Financial Stability Report, reso noto dal Fondo Monetario Internazionale. L’Fmi certifica il miglioramento della stabilità finanziaria globale, ma mette in guardia contro i rischi che incombono tuttora, e che sono rappresentati dal compiacimento eccessivo che gli investitori stanno dimostrando di avere con una eccessiva propensione al rischio, e dall’annoso problema dei debiti a livello globale. Dunque, i consigli non mancano:
“Non c’è tempo per l’autocompiacimento. Le autorità devono far fronte alle vulnerabilità che possono mettere la crescita a rischio”. Così afferma Tobias Adrian, direttore della divisione di mercati monetari e dei capitali presso l’Fmi, nel commentare il rapporto.
Il fenomeno della caccia sfrenata ai rendimenti viene ribadito più volte e con diversi esempi: “prima della crisi, c’erano $16 trilioni di bond con rating investment-grade relativamente sicuri, che rendevano più del 4%. L’ammontare è sceso ad appena $2 trilioni di oggi. Semplicemente, ci sono troppi soldi che rincorrono asset ad alti rendimenti che sono diventati troppo pochi. E il risultato è che gli investitori stanno assumendo sempre più rischi, esponendosi a perdite maggiori in caso di crolli dei mercati”.
“Nel complesso, gli investitori stanno diventando più compiacenti su shock potenziali che potrebbero provocare turbolenze nei mercati. Questi includono rischi di natura geopolitica, balzo dell’inflazione, e un improvviso rialzo dei tassi di interesse di lungo termine”.
Adrian sottolinea inoltre che l’Fmi “stima che quasi un terzo delle banche sistemiche, con asset per un valore di $17 trilioni, farà fatica a raggiungere la redditività necessaria ad assicurare la loro resilienza agli shock”.
Sulla questione delle banche italiane il tema risalta laddove nel Global Financial Stability Report è scritto chiaramente che “nelle banche dell’Eurozona, sebbene siano stati compiuti ulteriori progressi nel ripulire bilanci, la quota dei non performing loans in alcuni Paesi è alta e la redditività resta una sfida”.
Il documento continua: “Senza uno sforzo più concertato per ridurre gli Npl e migliorare il modello di business potrebbero riaccendersi preoccupazioni sulla finanza nella zona euro”.
Detto questo, l’Fmi prevede una continua cessione degli NPL italiani nel corso di quest’anno, che riguardano UniCredit, Mps e altri istituti minori, e che dovrebbe attestarsi a un totale di 65 miliardi di euro.
Di banche italiane, in un’intervista a Il Sole 24 Ore Radiocor Plus, ha parlato oggi anche Carlo Cottarelli, direttore esecutivo per l’Italia al Fmi. Riguardo agli NPL, Cottarelli ha confermato che la mole che zavorra i bilanci degli istituti italiani sta diminuendo a una “velocità adeguata”.
Parlando da Washington, Cottarelli afferma che “lo stock si sta riducendo a una velocità adeguata. Non adiagiamoci sugli allori, ma si sta riducendo“. E aggiunge:
“La prossima settimana avremo qui la Nouy che verrà a incontrare i direttori esecutivi europei e a cui vorrei rivolgere qualche domanda sul tema. Sono convinto che abbiamo iniziato una strada di riduzione graduale dei Npl con diversi metodi e strumenti. Alcune banche hanno deciso di venderli, altre banche di gestirli internamente. Ci sono risultati concreti. Adesso che iniziano ad arrivare risultati spero che non sorgano pressioni dall’esterno per accelerare e fare le cose ancora più rapidamente, perchè non ce n’è motivo”.