Notizie Notizie Mondo Fmi, rischi stabilità finanziaria cresciuti. Banche più deboli in Europa, occhio a NPL

Fmi, rischi stabilità finanziaria cresciuti. Banche più deboli in Europa, occhio a NPL

18 Aprile 2018 17:11

Nel corso degli ultimi sei mesi, i rischi che minacciano la stabilità finanziaria globale sono cresciuti. E’ quanto si legge nel Rapporto ad hoc stilato dal Fondo Monetario Internazionale, il Global Financial Stability Report (GFRS):

“Il Global Financial Stability Report (GFRS) dell’aprile del 2018 rileva che i rischi alla stabilità finanziaria di breve termine sono saliti in qualche modo rispetto all’edizione precedente del rapporto. I rischi di medio termine sono ancora elevati, dal momento che le vulnerabilità finanziarie, che sono cresciute durante gli anni di politiche accomodanti (delle banche centrali), potrebbero implicare un percorso accidentato andando in avanti, minacciando la crescita“.

Diversi i rischi che minacciano la stabilità finanziaria: tra questi, l’Fmi mette in evidenza la possibilità che l’inflazione più alta possa portare le banche centrali a rispondere in modo più aggressivbo rispetto a quanto anticipato al momento dai mercati, fattore che a sua volta potrebbe provocare una forte contrazione delle condizioni finanziarie (e dunque una maggiore difficoltà ad accedere ai finanziamenti sui mercati)”.

Il rapporto mette sì in evidenza i miglioramenti delle banche che, in generale, “hanno rafforzato i loro bilanci dalla crisi, ma lancia anche un avvertimento.

“Sebbene i cuscinetti di capitale siano cresciuti a livello aggregato, ci sono ancora istituti più deboli, che rappresentano il 20% circa degli asset del campione, caratterizzati da livelli più bassi di capitali e da minori accantonamenti a fronte degli NPL. Queste banche sono concentrate principalmente in Europa (dentro e fuori dell’area euro) e sarebbero più suscettibili a shock, come un improvvisa esplosione delle turbolenze di mercato o un inatteso rallentamento dell’economia”.

L’istituzione di Washington rileva anche come i mercati stiano fornendo “indicazioni contrastate sulle condizioni del settore bancario”.

La prova è nei ratio, sul mercato azionario, tra i prezzi del titoli e il valore di libro di diverse banche, che “probabilmente, riflettono le preoccupazioni degli investitori sulla sostenibilità di alcuni modelli di business”.

In ogni caso, il rafforzamento dei bilanci bancari, è confermato da diversi parametri.

Basti pensare che “nel 2007 quasi il 40% del campione, a livello di asset, presentava cuscinetti di capitali deboli e ratio elevati tra i prestiti e i depositi. Ora, questa proporzione è inferiore al 10%”.

Si tratta di un miglioramento che è stato raggiunto grazie alle operazioni con cui sono stati aumentati i capitali e la liquidità, così come grazie alla crescita di accantonamenti, a una supervisione più severa, al miglioramento di pratiche di gestione del rischio, e alla pressione arrivata dagli investitori“.

In riferimento alle banche europee, l’Fmi ricorda tuttavia che, “presso alcuni istituti i livelli di NPL rimangono elevati”, motivo per cui è necessario dare attuazione a una strategia esaustiva, al fine di risolvere il problema all’origine.