Notizie Notizie Italia Per Fiat una trimestrale con il nodo del debito

Per Fiat una trimestrale con il nodo del debito

21 Gennaio 2009 17:15

Gli analisti tornano a guardare lo stato patrimoniale. A poche ore dalla diffusione della trimestrale di Fiat l’attenzione del mercato non è riposta tanto su utili e margini, verosimilmente colpiti dal calo delle vendite che ha interessato tutta l’industria. Dopo i ruggenti anni della leva, in cui l’accesso al credito era garantito a chiunque, tornerà invece d’attualità una parte del bilancio trascurata per anni: il debito.


Il ridimensionamento delle vendite registrato negli ultimi mesi del 2008 avrebbe infatti provocato secondo numerosi analisti una forte emorragia di cassa che rischia di non essere più sostenibile per il gruppo torinese. Per questo diversi uffici studi nei giorni scorsi hanno evidenziato la possibilità di un aumento di capitale per raccogliere nuova liquidità. Una manovra che potrebbe essere evitata con una rinegoziazione del debito in extremis.


Nonostante il consensus si attenda che il debito netto industriale a fine 2008 scenda a 2,57 miliardi dai 3,3 miliardi di fine settembre, più di un’analista nelle ultime ore ha fatto suonare il campanello d’allarme, prevedendo, come nel caso di Morgan Stanley e Ubs, un’ascesa del debito fin sopra i 3,5 miliardi. La preoccupazione è che in concomitanza alla frenata del mercato delle cartolarizzazioni sia divenuto più difficile finanziare il capitale circolante. Un timore che fa il paio con le notizie apparse oggi su Il Sole 24 Ore e riferite a  un allungamento dei tempi di pagamento imposti da Fiat ai fornitori, tempi che sarebbero stati dilatati da 120 ad almeno 150 giorni. Merrill Lynch si attende un quarto trimestre pessimo, un debito in crescita nell’esercizio fiscale tra 2,5 e 3 miliardi, ma nessun aumento di capitale. “Continuiamo a ritenere che la forte profittabilità di Fiat Auto Brazil  e la diversità di CNH possano rendere gli utili di Fiat più resistenti rispetto a quelli dei peers europei”, spiegano. Gli analisti di Ing Wholesale Banking hanno invece evidenziato in una nota pubblicata ieri la discesa delle riserve di cassa da 6,6 miliardi nel 2007 a 4,4 miliardi nella prima metà del 2008 fino a 3,2 miliardi nel terzo trimestre, principalmente a causa dell’incremento del capitale circolante. E proprio questa contrazione avrebbe impatti sulla posizione debitoria. Gli analisti tuttavia si aspettano che i blocchi alla produzione degli ultimi 3 mesi del 2008 abbiano permesso una riduzione del livello di scorte e quindi il capitale circolante di 1,6 miliardi.


Con riferimento agli ultimi tre mesi del 2008 il consensus di mercato si attende un utile operativo di 590 milioni di euro (947 nel 2007) per il gruppo e a 40 milioni per l’auto (233 nel 2007). Il risultato netto di gruppo è atteso a 1,76 milioni da 2,05. Il consensus si aspetta infine che la divisione auto chiuda il 2009 in rosso per 30 milioni di euro.


Oltre al nodo del debito e al probabilissimo ridimensionamento dei numeri 2008, gli analisti guardano con preoccupazione ai conti dell’anno appena iniziato e anche all’emergere della necessità di rivedere le proprie stime sull’anno in corso. Nei giorni scorsi durante una presentazione alla banca svizzera Bank Am Bellevue, Marchionne ha detto che Fiat centrerà gli obiettivi 2010 solo se il mercato tornerà alla normalità entro il 2009.