Notizie Notizie Mondo Fed, Powell falco apre la porta a quattro strette nel 2018. Teme surriscaldamento economia

Fed, Powell falco apre la porta a quattro strette nel 2018. Teme surriscaldamento economia

28 Febbraio 2018 08:16

Le dichiarazioni “hawkish” di Jerome Powell, nuovo numero uno della Fed, hanno messo in allerta i mercati, dopo che Jens Weidmann, presidente della Bundesbank e membro del Consiglio direttivo della Bce, aveva affermato ieri come un rialzo dei tassi, nel 2019, non fosse uno scenario irrealistico. Affermazione rincarata oggi dal funzionario della Bundesbank Carl Ludwig Thiele, che in un’intervista ha detto che la banca centrale tedesca si sta preparando alla fine dell’era dei tassi negativi inaugurata dall’Eurotower di Mario Draghi.

Tornando agli Usa, nella sua audizione al Congresso degli Stati Uniti – la prima nelle vesti di timoniere della Fed – Powell ha aperto la porta alla possibilità che, nel corso di quest’anno, le strette monetarie in Usa siano quattro, e non tre, come previsto in precedenza dalla stessa Banca centrale americana.

La crescita più solida dell’economia degli Stati Uniti – ha spiegato – potrebbe portare infatti l’istituto a ripensare al proprio piano (nel dot plot della Federal Reserve di dicembre sono indicati tre rialzi dei tassi nel 2018).

D’altronde, secondo il successore di Janet Yellen, i fondamentali economici Usa rimarranno solidi anche nei prossimi due anni, tanto che è lo stesso outlook personale sulla crescita di Powell a essere stato rivisto al rialzo, dallo scorso dicembre.

L’effetto sui mercati delle parole di Powell sugli asset Usa è stato significativo: Wall Street è scivolata, con gli indici azionari principali di riferimento che hanno perso più dell’1%; il dollaro è salito, così come i tassi sui Treasuries, che sono avanzati al 2,90%. Il risultato è che oggi l’euro rimane poco al di sopra della soglia di $1,22.

Sullo yen, il dollaro ha prima limato i guadagni e poi ha perso terreno a JPY 107,08, dopo la decisione della Banca centrale giapponese, Bank of Japan, di ridurre lievemente l’ammontare di acquisti di bond governativi con scadenza a 25 e 40 anni, a 70 miliardi di yen: la notizia ha avuto un effetto rialzista sullo yen, che si è apprezzato anche sull’euro (cambio EUR-JPY in flessione a JPY 130,84).

Le parole di Powell hanno innescato anche il rialzo dei tassi dei Treasuries Usa, che di per sé aveva già allertato trader e investitori nelle ultime settimane: quelli a 10 anni sono saliti fino al massimo intraday del 2,92%, dopo aver chiuso al 2,86% la sessione di lunedì. Al momento, viaggiano al 2,90%.

L’alert sui mercati è scattato non tanto con il discorso preparato da Powell in vista della sua audizione al Congresso, quanto piuttosto successivamente, quando il neo presidente della Fed ha risposto alle domande postegli dai membri della Commissione dei servizi finanziari della Camera.

Powell ha parlato della necessità, per la Fed, di trovare” un equilibrio tra il rischio di un’inflazione che si avvicini al target del 2% e il rischio che l’economia si surriscaldi”.

Anche perchè, se l’economia si surriscaldasse, ha avvertito, “dovremmo alzare i tassi più velocemente, e ciò aumenterebbe le probabilità di una recessione, che tende a colpire soprattutto i più vulnerabili”.

“Continuiamo ad assistere al rafforzamento del mercato del lavoro – ha messo ancora in evidenza Powell – Abbiamo visto alcuni dati che, a mio avviso aumentano la fiducia che l’inflazione si stia avvicinando al suo target. Abbiamo assistito anche a un continuo rafforzamento a livello globale, e la politica fiscale è diventata più espansiva”.