Fed, Powell a Congresso Usa: correzione azionario e aumento tassi non condizioneranno politica monetaria
La recente correzione che ha colpito Wall Street e l’aumento dei tassi dei Treasuries Usa non dovrebbero ostacolare la crescita, e dunque non svieranno la Fed dal percorso intrapreso di strette monetarie. Jerome Powell, neo presidente della Federal Reserve, parla nel corso della sua prima audizione al Congresso degli Stati Uniti, nelle vesti di timoniere della banca centrale.
L’outlook è positivo: Powell prevede una crescita solida dell’economia americana, motivo per cui si può continuare ad aumentare i tassi in modo graduale.
La reazione dei mercati alle sue parole sarà maggiormente comprensibile al termine dell’audizione.
Diverse sono le domande che stanno bersagliando il successore di Janet Yellen nella Commissione dei servizi finanziari della Camera. Wall Street è in lieve rialzo, il Dollar Index sale mentre sul fronte Treasuries il trend è contrastato.
I tassi a 10 anni avanzano attorno al 2,868%, quelli a due anni salgono in misura più netta di oltre mezzo punto percentuale (da segnalare che i titoli a due anni sono quelli più sensibili alle decisioni di politica monetaria, dopo essere scesi di 1,2 punti base al 2,218%), mentre i tassi a 30 anni sono ora in ribasso, attorno al 3,1% circa.
Powell ha fatto notare che “alcuni ostacoli a cui l’economia Usa ha fatto fronte negli anni precedenti si sono trasformati in venti a suo favore“, rilevando che “la politica fiscale è diventata più espansiva” e, anche, che “le esportazioni Usa viaggiano su una traiettoria più solida”.
Dunque, “nel valutare quello che sarà il percorso appropriato della politica monetaria nei prossimi anni, il Fomc (braccio di politica monetaria della Fed) continuerà a cercare un equilibrio tra la necessità di evitare un’economia surriscaldata e quella di riportare l’inflazione misurata dal dato PCE al 2%, su base sostenuta”.
Tornando al trend dei mercati – balzo rendimenti Treasuries e correzione azionario – “non consideriamo tali sviluppi come fattori che incidono pesantemente sull’outlook dell’attività economica, del mercato del lavoro, e dell’inflazione”. E, di fatto, “l’outlook economico rimane solido”.
Così commenta Michael Metcalfe, responsabile globale della divisione di strategia macro presso State Street Global Markets:
“Il primo outlook di politica monetaria comunicato da Powell è stato allo stesso tempo simile e diverso rispetto a quello dei suoi predecessori. (Powell) è stato ottimista sull’outlook economico, facendo riferimento a ostacoli che si sono trasformati in elementi positivi, e si è conformato alla linea secondo cui il rallentamento dell’inflazione è stato provocato da fattori di natura transitoria”.
Tuttavia, “si sono messi in evidenza due fattori. (Powell) è stato esplicito nel suggerire che la volatilità dei mercati non deraglierà il ciclo di strette monetarie: una lessione che abbiamo imparato bene questo mese. Inoltre, così come è accaduto in un discorso simile di quasi un anno fa, (Powell) ha riconosciuto anche il ruolo delle regole di politica monetaria, almeno come punto di partenza nelle decisioni da prendere. Ciò rinforzerà la view secondo cui la politica è sulla strada giusta per raggiungere il tasso neutrale e forse per andare anche oltre di esso, a seconda del percorso dell’inflazione l’anno prossimo”.