La politica Fed del dolce far nulla funziona, Trump gongola. Ecco cosa può andar storto da qui fino a elezioni novembre
Il nuovo mantra del wait & see di Jerome Powell continua a dare i suoi frutti. L’inizio del 2020 riserva l’ennesima tornata di di convincenti dati dal mercato del lavoro Usa. A gennaio si è registrata una accelerazione superiore alle attese delle buste paga nei settori non agricoli, le cosiddette non farm payrolls, con +225mila nuovi posti, in crescita dalle 147mila del mese prima (dato rivisto da +145mila). Il consensus Bloomberg indicava +165mila unità. Il tasso di disoccupazione è invece salito al 3,6% dal 3,5% (consensus 3,5%) a causa del nuovo aumento della partecipazione della forza lavoro . I salari infine sono saliti dello 0,2% su base mensile (consensus +0,3%), su base annuale sono saliti del 3,1% (aspettative +3%).
La media di nuovi impieghi creati degli ultimi 3 mesi è stata pari a 211 mila nuovi posti di lavoro. Una media sopra 200mila è uno degli obiettivi più ambiziosi da parte della Federal Reserve che sta vedendo premiata la strategia del ‘wait & see’ sul fronte tassi.
“Fortunatamente, la Fed ha capito che non fare nulla è il miglior piano d’azione per consentire a questa storia positiva di continuare”, commenta Ronald Temple, Head of US Equities di Lazard Asset Management.
La Fed continuerà a fare da spettatore interessato fino a novembre? Difficile saperlo perchè le indicazioni delle ultime settimane dicono che l’economia Usa gode di ottima salute, come sottolineato dalla stessa Fed, ma c’è un grande punto interrogativo chiamato coronavirus.
Dopo le non farm payrolls sono leggermente aumentare le probabilità di una FED immobile sui tassi almeno fino all’estate e aspettare il terzo trimestre 2020 prima di tagliare nuovamente i tassi.
La Fed ha sottolineato come il coronavirus e le elevate valutazioni dei mercati e il livello del debito societario rappresentano una sfida. “La minaccia che il coronavirus rappresenta in un ambiente di crescita globale ancora contenuta sottolinea il potenziale di debolezza economica a medio termine degli Stati Uniti – argomenta James Knightley, capo economista di Ing – . È impossibile prevedere il percorso del virus, ma il probabile danno alle catene di approvvigionamento USA-Asia, alla distribuzione e naturalmente alla domanda asiatica di prodotti di fabbricazione americana significa che esiste una forte probabilità che la Fed taglierà i tassi almeno una volta di più per fornire un po’ di sostegno all’economia”. I mercati continuano quindi a fissare un taglio del costo del denaro entro la riunione del FOMC del 5 novembre.
Da forza economia sponda a rielezione Trump
Indicazioni positive che sono anche una sponda alle ambizioni di rielezione di Donald Trump. Le cifre sul mondo del lavoro sono infatti fondamentali anche per la campagna elettorale di Donald Trump per le presidenziali di novembre. “Non possiamo dimenticare come il presidente alla ricerca di un secondo mandato abbia speso 10 milioni di dollari per uno spot pubblicitario di 30 secondi durante il Superbowl tra Kansas City e San Francisco per ribadire che grazie a lui l’America è più forte più sicura e più ricca di prima e per sottolineare i risultati in campo economico: la crescita dei salari dei lavoratori piu’ alta nell’ultimo decennio e il tasso di disoccupazione ai minimi degli ultimi 49 anni con record storici per l’occupazione di afro-americani e ispanici”, commenta Filippo Diodovich, senior market strategist di IG, che ritiene che l’atteggiamento del governatore della FED Jerome Powell di “wait and see” possa essere mantenuto per lunghissimo tempo con i tassi di interesse sui livelli attuali.
L’economia statunitense è cresciuta del 2,3 per cento nel 2019, in rallentamento rispetto al 2,9 per cento registrato nel 2018. L’obiettivo dichiarato da Trump per il suo mandato era di mantenere una crescita del tre per cento annuo.