Accordo fatto su piano Ue per la Grecia, analisti sereni in vista dell’asta Btp di domani
E’ stato raggiunto un accordo per il salvataggio della Grecia. E’ quanto si apprende dai primi flash delle agenzie di stampa internazionali che, come nel caso di Bloomberg, citano le parole del presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso.
Viene rimossa dunque anche l’incertezza relativa alle emissioni di titoli di Stato italiani programmate per domani.
Gli spread sui cds (il costo per assicurarsi contro il default di un emittente) di tutti i paesi periferici dell’Area euro si sono infatti ridotti già da ieri sulle aspettative dell’accordo.
La medesima cosa è avvenuta con riferimento al costo della copertura sull’Italia, che pur caratterizzata da livelli di deficit/Pil inferiori rispetto a Grecia, Spagna e Portogallo è da sempre osservata speciale per la mole del suo stock di debito.
Nei giorni scorsi, con i dubbi sulle capacità di rifinanziamento del debito di Spagna e Portogallo acuiti in scia ad aste flop di titoli dei due paesi, si erano ipotizzate tensioni anche in vista della prossima emissione italiana che riguarderà Btp con scadenza 2015 e 2025 per un massimo di 6 miliardi di euro.
Il quadro appare ora profondamente mutato.
“Se fossimo arrivati a venerdì con volatilità preesistente ci sarebbero stati rischi, tuttavia quella di domani è un’asta regolare, già annunciata dal Tesoro, e non riguarda una size troppo importante”, spiega l’economista di Prima Sgr, Luca Noto. “Non prevedo scossoni – prosegue – perché c’è interesse per i titoli italiani e perché gli investitori domestici restano investiti”.
L’allarme è quindi rientrato, come lascia capire anche Mauro Vittorangeli, responsabile mercati obbligazionari di Allianz Global Investors Italia SGR. “Le ultime notizie hanno semplificato le cose, ma l’Italia ha già dimostrato di poter non esser più annoverata tra i paesi periferici dell’Unione europea”. Non mancano tuttavia i richiami a mantenere alta la guardia nonostante le misure che oggi i 27 paesi dell’Ue dovrebbero avanzare da Bruxelles. “L’euro si sta dimostrando una costruzione forte, che verrà difesa e nel breve – chiarisce Vittorangeli – l’intervento di sostegno europeo rappresenta una soluzione. Si resta però in un periodo di incertezza e la volatilità sul mercato obbligazionario potrà restare alta”.
Un parere condiviso anche da Noto, che spiega: “Sebbene le probabilità di scenari avversi siano più ridotte, potenzialmente vedremo ancora volatilità sugli spread dei titoli governativi”. Un quadro che secondo l’economista è da attribuire alla struttura assunta dal mercato, con le banche che a partire dalla crisi hanno preso sempre più la veste di puri intermediari: “I portafogli degli intermediari sono molto ridotti – chiarisce – e tutti si spostano da compratori a venditori secondo la tendenza del mercato”. L’onda lunga della crisi dunque non ha ancora finito di manifestare i suoi effetti.