Notizie Notizie Italia Exor: altro colpo degli Agnelli, diventano primi azionisti dell’Economist

Exor: altro colpo degli Agnelli, diventano primi azionisti dell’Economist

12 Agosto 2015 08:56
Gli Agnelli mettono a segno un altro colpo. Dopo aver rilevato PartnerRe per 6,9 miliardi di dollari, Exor diventa il primo azionista del gruppo Economist, la società della celebre rivista di attualità finanziaria. Con un’operazione da 287 milioni di sterline (405 milioni di euro), la holding della famiglia torinese è salita dal 4,3% al 43,4% in The Economist. Nel dettaglio Exor ha stipulato con Pearson Group, che lo scorso mese aveva ceduto il Financial Times al giapponese Nikkei per 844 milioni di sterline, un accordo per acquistare 6,3 milioni di azioni ordinarie (27,8% del capitale) per un importo di 227,5 milioni di sterline e 1,26 milioni (100%) di azioni speciali “B” per un importo di 59,5 milioni di sterline del gruppo The Economist.
Il perfezionamento dell’operazione è previsto per il quarto trimestre del 2015. Previa approvazione degli azionisti, lo statuto dell’Economist sarà modificato per limitare al 20% i diritti di voto di ogni singolo azionista e per garantire che nessun singolo individuo o società possa detenere più del 50% delle azioni del gruppo. 
La holding degli Agnelli aumenta così la sua influenza nel settore dei media e dell’editoria. Exor, infatti, è presente direttamente e indirettamente in Bantham Books, Random House, Le Monde, RCS MediaGroup, Italiana Editrice (La Stampa, Secolo XIX) e Banijay Group. “Con l’aumento della partecipazione in The Economist siamo lieti di confermare il nostro ruolo di azionisti di lungo termine a sostegno del gruppo, insieme alle famiglie Cadbury, Layton, Rothschild e Schroder, e ad altri singoli investitori stabili”, ha commentato il presidente di Exor, John Elkann.
Elkann ritiene inoltre che “The Economist abbia un enorme potenziale di crescita, in particolare per la sua capacità di cogliere le numerose opportunità di sviluppo legate alla digitalizzazione del settore dei media, sotto la guida di Zanny Minton Beddoes e di Chris Stibbs”.