Evergrande dichiara bancarotta. Cosa sta succedendo
Evergrande, il colosso immobiliare cinese, ha presentato istanza di protezione dalla bancarotta negli Stati Uniti. Il gruppo cinese ha chiesto, in estrema sintesi, il riconoscimento dei colloqui di ristrutturazione in corso ad Hong Kong, nelle Isole Cayman e nelle Isole Vergini britanniche.
L’istanza di protezione è stata richiesta ai sensi del capitolo 15 della legge statunitense, con la quale vengono protetti i beni si una società negli Stati Uniti d’America mentre la stessa sta operando per la ristrutturazione dei propri debiti. Evergrande, nel corso del 2021, non è riuscita a rimborsare il debito e ad oggi viene considerata come uno degli operatori immobiliari più indebitati al mondo. Nel corso di questi anni ha accumulato qualcosa come 300 miliardi di dollari di debiti e ha smesso, inoltre, di pagare gli interessi. Nel corso del mese di gennaio 2022, Evergrande ha annunciato un piano di ristrutturazione e ha provveduto a sospendere le azioni dalle negoziazioni.
Evergrande: la ristrutturazione del debito
Alla luce di quanto è stato riportato dai principali media internazionali, Evergrande ha specificato che, in questo momento, sta portando avanti la propria opera di ristrutturazione del debito offshore. L’istanza presentata negli Stati Uniti d’America – ex capitolo 15, depositata a Manhattan – costituisce semplicemente una normale procedura di ristrutturazione del debito offshore. Non comporta, in alcun modo, un’istanza di fallimento.
Questo è quanto di riesce a leggere in una comunicazione inviata direttamente da Evergrande alla Borsa di Hong Kong. In questa sede, infatti, i titoli sono stati sospesi dalle contrattazioni da un po’ di tempo.
Le obbligazioni denominate in dollari Usa, però, risultano essere disciplinate dalla legge di New York. Questo è il motivo per il quale Evergrande ha provveduto a presentare un ricorso direttamente alla Corte degli Stati Uniti d’America ai sensi del Capitolo 15 del codice fallimentare Usa. L’obiettivo è quello di ottenere un riconoscimento degli schemi di accordo nell’ambito di ristrutturazione del debito offshore per le Isole Vergini britanniche ed Hong Kong.
Attraverso una nota Evergrande ha specificato che l’istanza costituisce una normale procedura di ristrutturazione del debito offshore. Non costituisce, in alcun modo, un’istanza di fallimento. La società ricorda ai detentori di titoli della società e agli eventuali investitori di prestare la massima attenzione nel momento in cui vengono trattati dei titoli Evergrande.
È importante ricordare che le azioni della società sono state sospese dalle contrattazioni della Borsa di Hong Kong dallo scorso mese di marzo 2022. Questa decisione è stata presa a seguito dell’inasprimento della crisi finanziaria generata dal crollo della liquidità e da un debito di oltre 300 miliardi di dollari.
Un po’ di storia
Cerchiamo di capire chi sia Evergrande. La società è la più grande società cinese per vendite, ma è stata travolta dai debiti. È fallita nel corso del 2021, arrivando a scatenare la peggiore crisi del mercato immobiliare in Cina mai registrata fino a quel momento.
Nel corso del mese di marzo 2023, la società ha presentato un piano di ristrutturazione multimiliardario, che le consentisse di ripagare i suoi creditori internazionali. Evergrande ha quindi provveduto a presentare un’istanza per la protezione dai creditori negli Stati Uniti d’America sulla base del chapter 15. Questa particolare misura ha lo scopo di aiutare le imprese a gestire gli eventuali casi di insolvenza che possono coinvolgere più di un paese.
In questo momento la crisi del settore immobiliare in Cina fa realmente paura, ma soprattutto rischia di far scattare un effetto domino sui principali mercati mondiali. Sono da leggere proprio in questo senso le affermazioni della Banca Centrale Cinese che, nelle ultime ore, ha tentato di rassicurare ed annunciato che avrebbe adeguato ed ottimizzato in modo tempestivo le politiche immobiliari.