Eurozona: prezzi sempre più caldi, l’inflazione apre l’anno ai massimi dall’ottobre 2008

Aumentano le pressioni inflattive nell’eurozona con i prezzi al consumo saliti più delle attese a inizio 2011. A gennaio il progresso dell’indice dei prezzi al consumo dell’eurozona risulta del 2,4 per cento su base annua. Si tratta della lettura preliminare da parte dell’Eurostat. Il consensus era fermo a +2,3% dal +2,2% fatto segnare a dicembre.
La reazione del mercato è stata di un apprezzamento dell’euro che è arrivato fino a quota 1,366 nei confronti del dollaro.
L’inflazione di Eurolandia viaggia ai massimi dall’ottobre 2008 spingendosi ulteriormente sopra la soglia del 2% vista dalla banca centrale europea come target da non superare. Avanzata dei prezzi, complice il surriscaldamento dei prezzi energetici, che aumenta le pressioni sulla Bce che questa settimana (giovedì) si riunirà per la decisione sui tassi di interesse che per il momento dovrebbero essere confermati ai minimi storici.
Il consensus attualmente vede un rialzo dei tassi dall’1% all’1,25% nell’ultimo trimestre del 2011. Ma cresce di settimana in settimana il numero degli analisti che vede una stretta monetaria più vicina nel tempo. “Con l’inflazione nell’area dell’euro sopra il target e la forte crescita economica a livello globale – rimarca la nota settimanale di Barclays Capital sulle valute uscita prima del dato odierno – riteniamo che sono aumentate le possibilità di un rialzo dei tassi nel secondo trimestre o nella seconda metà dell’anno”.
La casa d’affari britannica ritiene che il linguaggio di Trichet nella conferenza stampa di giovedì potrà ulteriormente andare nella direzione di possibili rialzi futuri, mentre un aumento dei tassi adesso “sarebbe quasi privo di significato”.
A margine dell’ultima riunione della Bce, il numero uno dell’Eurotower, Jean Claude Trichet, si era detto preoccupato per l’andamento dell’inflazione europea nel breve termine con l’istituto centrale pronto ad agire se necessario. Trichet settimana scorsa è tornato sull’argomento ribadendo che le aspettative di medio periodo vedono un’inflazione sotto controllo, con l’attuale scenario condizionato dal lievitare delle quotazioni energetiche. “Le pressioni inflattive vanno guardate con attenzione – ha evidenziato Trichet – e tutti i banchieri centrali devono fare attenzione in modo che il caro dei prezzi energetici non provochi effetti secondari. Ed è quello che noi stiamo facendo al fine di perseguire al meglio la stabilità dei prezzi”. Trichet continua a ritenere l’attuale livello dei tassi di interesse “adeguato”, ma teme che effetti secondari si materializzino, a conferma che il vero spauracchio della Bce rimane non la semplice inflazione, ma la spirale prezzi-salari, con le aspettative di inflazione elevata che potrebbero stimolare delle pressioni sui salari.