Notizie Valute e materie prime Euro: con guerra Russia-Ucraina rischia di diventare valuta paria. Forti sell off, settimana peggiore da shock pandemia Covid in 2020

Euro: con guerra Russia-Ucraina rischia di diventare valuta paria. Forti sell off, settimana peggiore da shock pandemia Covid in 2020

4 Marzo 2022 11:38

Tra gli asset finanziari che stanno scontando in modo più pesante la guerra tra la Russia e l’Ucraina c’è sicuramente l’euro, che si avvia a chiudere la settimana peggiore nei confronti del dollaro dal marzo del 2020, quando lo shock pandemia Covid-19 travolse tutti gli asset di rischio.

Euro in preda a forti sell off, con Russia-Ucraina chiude settimana peggiore da shock covid 2020La moneta unica paga praticamente i rapporti tra l’Europa e la Russia di Vladimir Putin.

Le sanzioni contro Mosca avranno senza alcuna ombra di dubbio ripercussioni sull’intera economia globale, ma sicuramente l’Europa si confermerà tra le vittime più illustri per la sua dipendenza dagli scambi commerciali con Mosca; per l’esposizione delle sue banche – UniCredit tra le prime (che tra l’altro sta già pagando un dazio pesante, tra tonfi a Piazza Affari e la grande occasione persa, almeno per ora), insieme a Societé Generale, che ha tra l’altro lanciato l’allarme confisca dei suoi asset con vendetta Putin – verso la Russia; per quel gas russo che fa andare avanti, praticamente, la sua economia.

L’euro insomma rischia di diventare asset da evitare non solo per il suo status di valuta di rischio, ma anche e soprattutto, per la dipendenza dell’economia europea da quella russa, e dunque per l’effetto boomerang delle sanzioni imposte contro la Russia, che le borse europee stanno tra l’altro anch’esse già scontando (vedi tonfo Ftse Mib -10% da inizio conflitto).

Nella crisi attuale, riteniamo che lo status dell’euro sia vulnerabile“, ha commentato Jane Foley, strategist senior del forex presso Rabobank.

Foley ha messo in evidenza “la rete di relazioni complesse che, a livello corporate, esistono tra l’Europa e le aziende russe, soprattutto nel settore energetico” (per l’appunto) aggiungendo, nel far riferimento all’impennata dei prezzi energetici, così come anche a quella dei prezzi dei prodotti agricoli, che “la guerra in Ucraina suggerisce che l’inflazione (dell’Eurozona) sarà più alta per un periodo di tempo più lungo, e con il potenziale di una crescita economica inferiore”. In poche parole, un contesto di stagflazione.

Euro sotto assedio: verso settimana peggiore da shock Covid 2020

Tutti questi timori, insieme alla paura scatenata dal bombardamento russo della centrale nucleare più grande dell’Europa, quella di Zaporizhazhia, in Ucraina, hanno portato l’euro a scendere fino al minimo di $1,1008 nelle contrattazioni dei mercati asiatici, al valore più basso dal maggio del 2020.

La moneta ha poi ridotto le perdite, dopo che le autorità ucraine e anche estere hanno dato rassicurazioni sui livelli delle radiazioni dell’area, che non sarebbero elevati. Detto questo, nell’arco di questa settimana, l’euro ha ceduto il 2,1%, riportando la perdita settimanale peggiore dal marzo del 2020, dunque in due anni. La valuta ha testato anche il minimo in quasi quattro anni nei confronti del dollaro australiano, scivolando inoltre sulla sterlina al valore più basso dal luglio del 2016, dunque in quasi sei anni.

“Questa guerra sarà devastante per l’Ucraina. Così come per la Russia, le implicazioni di breve e di più lungo termine provocheranno sicuramente danni all’economia. Ma i paesi Ue saranno tra quelli che pagheranno di più queste sanzioni”, hanno scritto gli analisti di ING. Gli effetti del boom dei prezzi del gas e in generale energetici potrebbero, secondo la divisione di ricerca della banca olandese, minare la ripresa degli investimenti industriali e dei consumi privati attesa a seguito dell’allentamento delle misure di restrizione-lockdown dovuti al Covid-19 e, anche, rallentare il processo di normalizzazione della politica monetaria della Bce di Christine Lagarde.

“Nel meeting della Bce della prossima settimana (giovedì 10 marzo) un qualsiasi riferimento alla possibilità di alzare i tassi è fuori questione”, hanno detto da ING.