Notizie Notizie Italia UniCredit, così la Russia ha stoppato l’Opa su Banco BPM. Il sogno di Orcel stroncato dal tracollo in Borsa

UniCredit, così la Russia ha stoppato l’Opa su Banco BPM. Il sogno di Orcel stroncato dal tracollo in Borsa

3 Marzo 2022 11:59

La Russia stoppa le nozze tra UniCredit e Banco BPM, già in bilico dopo la fuga di notizie? E’ quanto si chiedono strategist e investitori, che continuano a tenere d’occhio il titolo di Piazza Gae Aulenti, tra le vittime illustri dei sell off che hanno colpito le borse di tutto il mondo, dopo l’invasione dell’Ucraina lanciata il 24 febbraio scorso da Vladimir Putin.

Guerra Ucraina-Russia fa sfumare operazione M&A UniCredit Banco BPM. Nella foto Andrea OrcelNon è infatti certo un mistero il fatto che UniCredit, così come anche Intesa SanPaolo, sia esposta alla Russia.  A farne le spese i titoli, che hanno portato il titolo UCG a sprofondare del 30% dai massimi di febbraio.

Nelle ultime ore, riguardo al dossier nozze con Piazza Meda, sono arrivate alcune indiscrezioni riportate da un articolo di Reuters, secondo le quali il ceo di UniCredit Andrea Orcel avrebbe deciso di congelare il piano per l’acquisizione di Banco BPM dopo le perdite del titolo, che ha “perso in borsa oltre un quinto del proprio valore dall’invasione russa in Ucraina”.

Le voci sono arrivate da due fonti vicine a UniCredit, che hanno aggiunto come il progetto della banca, fino a due settimane fa, fosse stato quello di “prendere il controllo di Piazza Meda con un’operazione carta contro carta dal valore di circa 7 miliardi di euro. Con questo obiettivo, un forte apprezzamento del titolo della seconda banca italiana sarebbe stato fondamentale per la riuscita del deal, vista anche la necessità di dover offrire un premio sui titoli Banco Bpm di almeno il 40%, secondo una delle fonti”.

E invece no, la storia ha bloccato i piani di Orcel & Co.

L’articolo di Reuters ha ricordato che una eventuale acquisizione di Banco BPM permetterebbe a UniCredit di “colmare il divario con Intesa Sanpaolo che, con l’operazione Ubi, controlla il 22% del mercato italiano, il doppio di quella di UniCredit”.

E’ stato fatto notare anche che, “con circa 4 milioni di clienti, Banco Bpm ha una quota di mercato del 6,7% a livello nazionale, ma il suo punto di maggiore forza è rappresentato dal 12% posseduto in Lombardia, dove invece UniCredit, con il suo 6%, mostra la sua maggiore debolezza”.

Per ora niente operazione di M&A, insomma.

L’idea era secondo i mercati buona ma c’è da dire che, fin dall’inizio, UniCredit non si è trovata nella posizione ideale per procedere con l’acquisizione. Colpa per l’appunto della fuga di notizie, tanto che qualcuno aveva paventato anche la decisione dell’AD di puntare ormai all’estero per evitare i giochi di palazzo.

L’Opa su Banco BPM che, secondo i piani iniziali di Orcel, avrebbe potuto essere lanciata da UniCredit verso la metà del mese di febbraio, è stata di fatto ostacolata ancora prima dello scoppio della guerra tra la Russia e l’Ucraina, lo scorso 24 febbraio, a seguito dell’attimo fuggente perso dall’AD e dal conseguente balzo del titolo di Banco BPM che, sulla scia della fuga di notizie – tra l’altro si vocifera da fonti governative – ha puntato con decisione verso l’alto.

Tra gli analisti, Equita SIM aveva dato la sua benedizione al matrimonio, sottolineando che l’operazione avrebbe rafforzato in modo significativo il posizionamento competitivo di Unicredit in Italia in termini assoluti (quota di mercato dall’11% al 18%), specialmente al Nord (quota di mercato dal 10% al 20%), riducendo il gap rispetto a Intesa Sanpaolo. La sim milanese aveva calcolato in quei giorni che l’entità combinata avrebbe avuto un CET1 in area 13% e un buffer rispetto allo SREP di circa 400 punti base”.

La Russia di Vladimir Putin è ora per Orcel una bella gatta da pelare, visto che l’esposizione verso il paese è tra le più alte del settore bancario europeo.

L’esposizione relativamente elevata rispetto a quella di altri istituti di UniCredit ma anche della francese SocGen e dell’austriaca Raiffeisen rischia di costare alle dirette interessate ritorsioni finanziarie da Mosca, viste la guerra in corso e le sanzioni che l’Unione europea e gli Stati Uniti hanno lanciato contro la Russia: sanzioni pesanti, culminate nella cacciata delle istituzioni finanziarie dallo SWIFT.