Prezzo gas torna a impennarsi, l’Europa adesso ha paura che Mosca tagli forniture
Nuova fiammata dei prezzi del gas in Europa. L’escalation di tensioni tra Occidente e Russia mette in allerta gli investitori con il timore che Mosca decida di rispondere alle nuove sanzioni con un taglio delle forniture di gas. I futures TTF di Amsterdam, riferimento per il mercato europeo del gas, viaggia in area 108,5 euro/MWh dopo aver segnato in avvio un +26% a 113,5 euro. Ancora lontani i picchi toccati a dicembre (180 euro/MWh lo scorso 21 dicembre).
Putin taglierà forniture?
Sabato le maggiori potenze occidentali si sono accordate per imporre sanzioni più severe alla Russia, con alcune banche russe escluse dal sistema di messaggistica bancaria SWIFT, utilizzato per miliardi di dollari di transazioni in tutto il mondo. Le sanzioni prendono di mira anche le riserve estere della banca centrale. Pur escludendo l’energia, le nuove sanzioni potrebbero costringere acquirenti e finanziatori a stare lontani dai flussi russi; inoltre c’è il timore che Mosca possa vendicarsi tagliando le forniture di gas. “Le sanzioni aggiuntive potrebbero indurre a ritorsioni dalla Russia, che potrebbe tagliare le importazioni di energia nell’Europa occidentale”, afferma Neil Shearing, capo economista di Capital Economics.
Casa Bianca non esclude sanzioni su settore energia
Gli Stati Uniti hanno affermato che altre sanzioni potrebbero essere imposte. “Le sanzioni energetiche sono certamente sul tavolo”, ha detto ieri Jen Psaki, portavoce della Casa Bianca.
L’Europa risulta fortemente esposta in quanto circa un terzo del suo gas arriva dalla Russia, con molte di queste spedizioni che scorrono attraverso i gasdotti che attraversano l’Ucraina. Un totale di 41,6 miliardi di metri cubi di gas russo è transitato dall’Ucraina verso l’Europa nel 2021, rappresentando circa il 10% della domanda europea. I gasdotti dell’Ucraina dove passa il gas russo verso l’Europa sono inoltre esposti a rischio di danneggiamenti durante l’azione militare.
Qualsiasi interruzione potrebbe frenare la produzione di elettricità del continente, costringendo di fatto le industrie ad alta intensità energetica, dalle fonderie di metalli ai produttori di fertilizzanti, a rallentare la produzione o addirittura fermarla.