Notizie Notizie Mondo Euro al record in tre anni per Grosse Koalition e Bce. Occhio al dollaro dopo alert Dudley (Fed) e inflazione Usa

Euro al record in tre anni per Grosse Koalition e Bce. Occhio al dollaro dopo alert Dudley (Fed) e inflazione Usa

12 Gennaio 2018 14:02

Boom di acquisti sull’euro, che accelera al rialzo dopo la notizia dell’accordo di principio raggiunto dopo una maratona durata tre giorni, tra il CDU della cancelliera tedesca Angela Merkel, i socialdemocratici di Martin Schulz e il CSU, partito bavarese  ‘gemello’ del CDU, guidato da Horst Seehofer. La moneta unica testa il record dal 2014, superando la soglia di $1,21, spinto anche dal tono più falco della Bce che è emerso ieri con la pubblicazione delle minute.

Il dollaro sconta invece i timori sull’economia Usa che sono tornati anche a causa delle dichiarazioni di William Dudley, presidente della Fed di New York, che teme che la Banca centrale Usa sarà ncostretta ad alzare i tassi in modo più aggressivo.

Anche se la Fed ha alzato i tassi nel corso degli ultimi due anni, ha fatto notare Dudley, le condizioni finanziarie di oggi sono infatti più accomodanti rispetto a quando Yellen & Co. hanno iniziato a drenare la liquidità presente sui mercati.

Il risultato è che la Banca centrale Usa potrebbe essere costretta ad alzare i tassi in modo più sostenuto che in passato per far fronte a un possibile surriscaldamento dell’economia. E, “se ciò accadesse, il rischio di un hard landing aumenterebbe”.

A dispetto dell’inflazione che rimane ancora al di sotto del target del 2% stabilito dalla Fed, Dudley ritiene che è possibile che i fondamentali siano insomma non solo ben solidi, ma che corrano anche il rischio di esserlo troppo.

Nel discorso che ha proferito alla Securities and Financial Markets Association, il numero uno tra l’altro dimissionario della Fed di New York ha detto:

“Sembra strano focalizzarsi sul rischio di un surriscaldamento dell’economia quando l’inflazione è bassa, ma credo che sia questo il rischio reale nel corso dei prossimi anni”.

E comunque anche l’inflazione sta dando segnali tangibili di ripresa, se si considera che proprio oggi è stato reso noto l’indice dei prezzi al consumo relativo al mese di dicembre, che ha mostrato come la componente core sia salita dello 0,3% su base mensile, più del +0,2% atteso dal consensus e al record in quasi un anno.

Su base annua, l’accelerazione delle pressioni inflazionistiche è stata pari a +1,8%, rispetto al +1,7% precedente. Il dato ha scatenato il rialzo immediato dei tassi sui Treasuries, con quelli a due anni che hanno superato la soglia del 2% per la prima volta dal settembre del 2008, salendo fino al 2,014%, rispetto al +1,972% di giovedì.

Barclays: ecco quando la Bce potrebbe alzare i tassi

 

Tornando all’euro, nella giornata di ieri la moneta unica è balzata di quasi +0,8% contro il dollaro, dopo la pubblicazione delle minute della Bce. Minute che hanno rinfocolato le aspettative sulla possibilità che Mario Draghi & Co. decidano di dire stop al piano di Quantitative easing come stabilito dalla tabella di marcia, ovvero nel settembre di quest’anno (Draghi aveva parlato della possibilità che il programma venisse prorogato).

D’altronde nel documento è scritto chiaramente che “ora la ripresa (dell’Eurozona) è entrata nella fase espansionistica“, con la crescita che si sta rafforzando e le stime sull’inflazione che indicano un ritorno, nel breve termine, ai livelli precedenti la crisi.

Il contenuto dei verbali della Bce ha portato gli analisti di Barclays a emettere una nota in cui sostengono che Francoforte potrebbe decidere a questo punto di porre fine al QE nel mese di settembre, e procedere al primo rialzo dei tassi di riferimento – pari a 20 punti base – nell’ultimo trimestre del 2018.

Il balzo dell’euro è continuato oggi dopo la notizia dell’accordo di principio che è stato raggiunto tra i conservatori della cancelliera Merkel e i socialdemocratici di Schulz per la formazione di una Grosse Koalition, ovvero di una grande coalizione.

Il progetto politico della coalizione mira, tra le altre cose, a rafforzare l’Europa:

“Desideriamo, in stretta collaborazione con la Francia, rafforzare e riformare in maniera sostenibile la zona euro affinché la moneta possa resistere meglio alle crisi globali”, si legge nel documento.

L’obiettivo è anche quello di “aumentare i contributi per l’Unione europea“.

Immediata la reazione dell’euro, che subito dopo la notizia ha accelerato il passo, balzando oltre la soglia di $1,21.