Fuga da criptovalute: in fumo più di $100 miliardi dopo minacce e raid Fisco in Corea del Sud
Fuga dalle criptovalute, il divieto di trading minacciato da Seoul fa scappare a gambe levate gli investitori. Basta pensare che i pesanti sell off che hanno affossato le quotazioni del Bitcoin, del Ripple e dell’Ethereum, ma anche quelle di altre monete digitali, hanno azzerato ben 106 miliardi di dollari del valore di mercato totale degli asset-
La doccia fredda è arrivata con le dichiarazioni del ministro della Giustizia della Corea del Sud, che ha confermato l’intenzione del dicastero di varare una norma che vieti il trading di tutte le criptovalute.
“Ci sono enormi preoccupazioni riguardo alle monete digitali e il Ministero della Giustizia sta elaborando una proposta che vieti il trading delle criptovalute sui mercati”, ha detto il ministro Park Sang-ki nel corso di una conferenza stampa.
A conferma del giro di vite di Seoul sul settore, Reuters ha poi riportato la notizia di diversi raid da parte della polizia e delle agenzie del Fisco nelle principali piattaforme di cripto trading del paese, incluse Bithumb e Coinone. Le ispezioni sono state condotte con l’accusa di evasione fiscale.
In particolare, un dipendente di Coinone – la piattaforma numero uno in Corea del Sud – ha confermato a Reuters che “alcuni funzionari del Fisco hanno ispezionato questa settimana il nostro ufficio”, aggiungendo che “è dall’anno scorso che la polizia locale indaga la nostra società, ritenendo che ciò di cui ci occupiamo sia il gioco d’azzardo“.
Il dipendente ha reso noto che Coinone sta cooperando con le autorità. Il Fisco ha fatto visita nella giornata di ieri anche a Bithumb, secondo principale operatore di criptovalute in Corea del Sud, come ha confermato un dipendente del gruppo. “Gli agenti del fisco ci hanno chiesto ieri di mostrare documenti e oggetti”.
Le iniziative non sono certo nuove nel paese.
E’ di qualche giorno fa la decisione delle autorità di lanciare un raid anche in cinque banche locali che offrono ad alcune società l’opportunità di aprire presso di esse conti in monete digitali.
Due settimane fa, inoltre, l’intero mercato è stato colpito da forti smobilizzi dopo la notizia secondo cui Seoul starebbe pensando sia di vietare alle banche il lancio delle operazioni di ICO, sia di richiedere alle piattaforme in cui avvengono gli scambi di fornire le identità dei trader. Sempre due settimane fa sono circolate voci secondo cui il governo potrebbe spingersi oltre, costringendo alcuni mercati a chiudere i battenti.
L’effetto sui prezzi delle monete digitali è stato immediato.
Gli smobilizzi hanno colpito soprattutto le criptovalute più popolari e il Ripple, reduce dal balzo astronomico superiore a +35.000% dello scorso anno, è precipitato fino a -24% nella sessione di ieri, scivolando a $1,61, un valore che corrisponde a quasi la metà del record testato lo scorso 4 gennaio, a $3,84. Praticamente, il tonfo è stato da allora superiore a -50%.
Gli smobilizzi proseguono, con il Bitcoin che è capitolato più del 12% dopo le dichiarazioni del ministro sudcoreano, per ridurre poi in parte le perdite ed essere scambiato attorno a $13.250.
Giù anche l’Ethereum, che cede quasi -10%, a $1.178,40.