L’ETF che ha sbaragliato tutti nel 2020 continua a macinare record. Da energie pulite ritorni più che doppi rispetto ai Faang
I mercati azionari hanno iniziato il nuovo anno sulla falsariga del 2020 con nuovi massimi assoluti per Wall Street. La vittoria nel ballottaggio in Georgia il 5 gennaio ha consegnato ai democratici la maggioranza anche al Senato USA, alimentando ulteriormente le attese per il maxi-piano di investimenti green promesso dal presidente eletto Joe Biden.
In generale la pandemia Covid-19 negli ultimi 10 mesi ha acceso ulteriormente i riflettori sul megatrend delle energie pulite che si gioverà nei prossimi anni di investimenti record nell’ambito della sostenibilità.
Boom di scambi sugli ETF clean energy
Così gli acquisti si sono di nuovo concentrati sui titoli legati al business delle rinnovabili. Euforia sulle rinnovabili che si riflette nel boom dell’iShares Global Clean Energy segna oltre +35% nell’ultimo mese, davanti al Lyxor New Energy con +17% tra i migliori performer all’interno dell’ETFPlus di Borsa Italiana. Da inizio 2021 il saldo di questo ETF è già di quasi +14%.
Allargando lo sguardo agli ultimi sei mesi, a primeggiare è sempre l’iShares Global Clean Energy con addirittura +120%. E’ anche tra gli ETF più scambiati per numero di pezzi, dietro solo al più speculativo Lyxor Ftse Mib 2X Inv XBear (ETF ribassista a leva due sul Ftse Mib), mentre primeggia negli ultimi 30 giorni per controvalore scambiato con 36 mln di euro.
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Performance da fare invidia a Nasdaq e Faang
L’onda green va avanti ormai da diversi mesi con performance stellari in Borsa dei titoli legati alle energie pulite. L’indice S&P Global Clean Energy, a cui si rifà l’ETF iShares , offre l’esposizione ai 30 titoli maggiori quotati a livello mondiale di società attive nell’energia pulita e ha più che raddoppiato valore nel giro di sei mesi. Rispetto ai minimi del 23 marzo 2020 il balzo è di +283%. Numeri che fanno impallidire anche quelli di settori in vetrina nel 2020 come quello tecnologico ( dal 23 marzo 2020 il Nasdaq 100 segna ‘solo’ +83% e il NYSE Fang +131% che raggruppa 10 tra le maggiori big tech).
L’S&P Global Clean Energy, a cui si rifà l’ETF di iShares, comprende nello specifico società che producono energia pulita attraverso la tecnologia solare, biocarburanti, etanolo, geotermia, idroelettrica o eolica, nonché società che sviluppano tecnologie e attrezzature utilizzate in quei segmenti. Guardando al peso dei singoli titoli, il più rappresentativo è Plug Power con l’8,67%, produttore di energia solare di San Francisco che in Borsa segna un sensazionale +469% da inizio anno. Seguono Enphase Energy, Meridian Energy e Verbund AG. A livello geografico predominano le società degli tati Uniti con oltre il 35% del totale, seguiti a distanza dalla Cina con quasi il 10%.
In alcuni indici clean energy spunta il jolly Tesla
Altri ETF quali ALPS Clean Energy ETF e ETF VanEck Vectors Low Carbon Energy (entrambi non quotati in Italia) vedono al loro interno Tesla e questo ha contribuito non poco al boom degli indici considerando che il titolo del colosso delle auto elettriche ha segnato quasi +800% negli ultimi 12 mesi. Il primo di questi due ETF ha raddoppiato il patrimonio gestito e nel 2020 ha segnato +140%. E’ composto principalmente da società eoliche (21,8%) e solari (20,6%).
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